Zone Franche Montane: “l’assessore Armao non risponde”.

Zone Franche Montane: “l’assessore Armao non risponde”.

Palermo. Mai come in questo triste periodo “sospeso” della pandemia, diventa necessario per tutte le categorie produttive, ma anche per molti piccoli comuni, chiedere aiuti economici che permettano di superare le infinite difficoltà dovute all’impoverimento e alla mancanza di lavoro.
Ci sono paesi e aree rurali della Sicilia in cui da tempo, prima che si parlasse di corona virus , si fa fronte con mille difficoltà ad una crisi economica che negli anni ha provocato lo spopolamento di molti centri montani.
C’è chi da anni, per l’esattezza ben 2050 giorni , ha chiesto di istituire in Sicilia le Zone Franche Montane: una legge che permette ai comuni sempre più isolati e spopolati, di usufruire di svariate agevolazioni fiscali, per provare a rilanciare la propria economia massacrata dal corso del tempo.
Per questi motivi è nato un comitato che si è battuto, mediando con le istituzioni regionali e nazionali, affinchè il testo sulle Zone franche montane diventasse legge. Ad oggi in Sicilia, malgrado la disponibilità di risorse economiche utili a partire,ancora un nulla di fatto.
Sembra si aspetti il passaggio del disegno legge in Camera e Senato perché “in Sicilia da 70anni mancano le norme di attuazione dello statuto in materia finanziaria”.
Il 29 ottobre la commissione Finanza e Tesoro del Senato della Repubblica Italiana, ha chiesto dei chiarimenti all’assessore regionale al Bilancio Gaetano Armao sulla Legge che prevede l’istituzione delle Zone Franche Montane in Sicilia, Legge che all’Ars è stata approvata all’unanimità il 17 dicembre 2019.
I centotrentadue sindaci delle terre alte di Sicilia, che aspettano da tempo le norme di fiscalità di vantaggio contenute nella tanto attesa legge, sostengono che l’assessore Armao non abbia dato le adeguate e celeri risposte.
Ad Armao contestiamo –scrivono dal Comitato – la mancata risposta al presidente della Commissione permanente Finanze e Tesoro del Senato Luciano D’Alfonso che ha chiesto al vicepresidente se esistono le condizioni per un pieno, esclusivo ed esaustivo ricorso alle risorse del bilancio della Regione per la copertura delle norme in esame. Al presidente della Commissione andava risposto immediatamente – sottolinea il Comitato – ribadendo che, in forza della potestà legislativa regionale in materia tributaria, sono già stati trovati e stanziati i 300 milioni che ogni anno verranno erogati per la fiscalità di sviluppo delle Zone Franche Montane di Sicilia, in attesa che vengano individuate altre risorse per la messa a pieno regime della misura.
La Legge attende la validazione dei 2 rami del Parlamento – dichiara Riccardo Compagnino, esperto di finanza pubblica, che fa parte del comitato pro ZFM – in quanto da oltre 70 anni non sono state emanate corrette norme di attuazione dello Statuto in materia finanziaria. Se ciò fosse accaduto non sarebbe stata necessaria nessuna interferenza romana, se non la presa d’atto di prerogative che da sempre sono in capo alla Regione Siciliana”.
“La commissione Finanze e Tesoro del Senato – dice Vincenzo Lapunzina, presidente del comitato – ha atteso per settimane un riscontro dall’assessore Armao, per concludere il percorso istruttorio e passare all’Aula il testo. Il vice presidente della Regione ha ottemperato in ritardo a un suo preciso obbligo istituzionale e questo atteggiamento ha arrecato incalcolabili danni socio-economici a tutte le comunità che vivono nelle montagne dell’Isola. Non possiamo tacere il nostro disappunto e la preoccupazione che proprio dalla Sicilia si voglia rallentare un percorso che è vitale anche per il futuro della Sicilia”.

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