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Una “Città Futura” al Festival delle Letterature Migranti 2022
Palermo. Viviamo tempi in cui bisogna guardarsi allo specchio, osservarsi e porre uno sguardo al nostro mondo sempre più debole e vecchio. Bisogna però mettere in campo tutti i buoni propositi per guardare al futuro.
Una “ Città Futura” capace di riconoscere gli errori e di riflettere per un domani in cui l’ascolto ed il confronto possano farci evitare quanto più possibile l’oblio.
“La Città Futura” è il tema dell’ottava edizione del Festival delle Letterature migranti, ideato da Davide Camarrone.
Un’edizione che raddoppia le date portando il Festival nel laboratorio culturale di Palermo: i Cantieri Culturali alla Zisa, luogo che rappresenta al meglio una città intera, in movimento e in ascolto.
Dialoghi con gli autori, presentazioni di progetti sociali e culturali, incontri con gli studenti delle scuole e dell’università, documentari, mostre e concerti animeranno varie realtà e spazi dei Cantieri: dal Cre.Zi. Plus all’Institut Francais, dall’Istituto Gramsci al Centro Internazionale di fotografia, dal Goethe Institut allo Spazio Arci Marceau, dal Cinema De Seta ad Arci Tavola Tonda, dalle Officine Noz al nuovo Averna Spazio Open.
I libri selezionati mirano ad allargare lo sguardo sul tempo che attraversiamo e a declinare le parole chiave per disegnare nuove città e comunità.
Dal 12 al 16 ottobre si passerà dalla sezione letteraria diretta da Davide Camarrone, alla sezione musicale diretta da Dario Oliveri con numerosi progetti legati a scuole e università.
Dal 25 al 27 novembre spazio invece agli altri linguaggi del Festival con il programma teatrale, a cura di Giuseppe Cutino, e il programma delle arti visive a cura di Agata Polizzi.
Parole chiave: migrazione e condivisione
“Migrazione e condivisione sono le due parole chiave di questa fase del nostro Antropocene”, sottolinea Davide Camarrone.
“La scelta di intitolare questa nuova edizione del nostro Festival a “La città futura”, nasce da una riflessione sulla polis, in continuità con quella condotta nelle edizioni precedenti – spiega Camarrone – la metropoli asfissiante di un tempo è in potenza la neopolis dei nostri tempi, oggi capace di rinascere nella relazione immateriale tra soggetti e luoghi separati. Il cambiamento climatico e la crisi della democrazia sono alla base di una nuova narrazione del presente”.
Proprio come nel 1917 Antonio Gramsci nel numero unico della rivista “La città futura”, a cui il titolo di quest’anno si richiama, occorre guardarsi allo specchio.
“Ne “La Città futura” – dice Camarrone – Gramsci scrisse dell’animo della sua generazione e dell’odio per gli indifferenti, di analfabetismo, della necessità di assumersi delle responsabilità, dell’importanza di leggere e meditare, dell’accelerazione dell’avvenire dopo la guerra che volgeva oramai alla fine”.
Le tematiche affronteranno:Gli Altri considerando la necessità di confronto, l’indefinizione dei confini delle nostre città e la mobilità costante;
La Nebbia a sottolineare l’incertezza sul futuro prossimo da dissolvere attraverso nuovi modelli interpretativi;
Lost (and Found) in Translation per riflettere sul valore fondamentale della traduzione e della mediazione culturale e sulla loro funzione, che è letteraria ed è etica, fabbricando un ponte di corde tra mondi diversi.
Le Bolle nelle quali comunità resistenti al dialogo si costituiscono nel tentativo disperato di resistere al post moderno;
e infine I Popoli che scelgono di mutare il loro destino, nei luoghi di nascita e in quelli d’elezione, che assistono al più profondo cambiamento degli ultimi secoli e immaginano un futuro sostenibile.