Processo Open Arms. Il giorno della difesa

Ascolta uno stralcio dell’aringa dell’avvocato Giulia Buongiorno cliccando sul play della foto principale

Processo Open Arms. Il giorno della difesa

Palermo. Nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, in scena ieri il processo Open Arms.
Nell’udienza l’arringa difensiva dell’avvocato Giulia Bongiorno, legale del vicepremier e attuale ministro dei Trasporti Matteo Salvini presente in aula.
Fuori, in piazza Politeama la manifestazione dei leghisti siciliani a manifestare contro il “processo che definiscono “politico”.
Pochi i manifestanti, ma presenti ben quattro ministri del Governo Meloni: Roberto Calderoli (Affari regionali e Autonomie), Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanze), Francesco Valditara (Istruzione e Merito), Alessandra Locatelli (Disabilità).
Per Matteo Salvini il pm ha chiesto sei anni di carcere, con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito nel 2019, quando era ministro dell’Interno, lo sbarco di 147 migranti a bordo di una nave dell’Ong spagnola a Lampedusa.

Il ministro Matteo Salvini all’ingresso dell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo

Una giornata che si è aperta senza non poche tensioni: dopo la valanga di insulti e minacce social, seguite alla richiesta di pena fatta dalla Procura di Palermo, è stata assegnata la scorta alla pm Giorgia Righi, una delle magistrate che rappresenta l’accusa. Righi, che fa anche parte della Direzione Antimafia, era l’unica del pool a non essere ancora tutelata. Per l’avvocato Giulia Bongiorno “Salvini va assolto perché il fatto non sussiste», ha «solo tutelato i confini dello Stato”
“Open Arms ha avuto innumerevoli occasioni per fare sbarcare i migranti e ha opposto innumerevoli, rifiuti”. Inizia così l’arringa difensiva dell’avvocato Giulia Bongiorno.
Secondo Bongiorno, Open Arms scelse di “bighellonare”, di “procrastinare” lo sbarco che avrebbe potuto fare “in due giorni”.
Per il legale della difesa c’è una sola risposta: quella di Open Arms fu una scelta. Il porto sicuro fu indicato ma venne rifiutato. “Qui bisogna uscire dalla logica che tutto è un diritto – dice Bongiorno -. Una cosa è un diritto, un’altra una pretesa di scegliere dove, come, quando fare sbarcare i migranti e chi deve farli sbarcare”.
E allora, si chiede il legale, perché “Open Arms non li ha fatti sbarcare?”. L’avvocato per rispondere cita il contenuto di un video postato il 20 agosto da Oscar Camps, fondatore di Open Arms e parte civile al processo:
“Nel video c’è un’esplosione di gioia. Non perché i migranti sbarcano ma perché è caduto il ministro Salvini”.
L’avvocato Buongiorno tira in ballo Giuseppe Conte all’epoca dei fatti Presidente del Consiglio evidenziando come “non abbia mai detto di far sbarcare i migranti”.

I leghisti in sit-in in piazza Politeama a Palermo

“Non ho mai parlato di processo politico – ha ribadito Buongiorno – ma è necessario capire i contesti politici. E allora la lettera che Conte scrive al Corriere della Sera nel 2019, in piena crisi di governo e col caso Open Arms aperto, non è un modo per mollare Salvini e strizzare l’occhio al PD?
Conte, infatti, esclude categoricamente – conclude – che la sua volontà fosse di far sbarcare i migranti e distingue quel che vuole per i minori da quel che vuole per gli altri. E fa capire di non aver mai detto che i migranti potevano scendere”.
Per l’avvocato Buongiorno “Open Arms ha lanciato una sfida politica che nulla aveva a che vedere con il salvataggio e l’assistenza ai profughi. Che tendeva a far cadere il ministro dell’Interno leghista. E’ la tesi che è stata il cuore della difesa durante tutto il processo, ed è diventata il cuore dell’arringa finale, prima della sentenza prevista alla prossima udienza del 20 dicembre.

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