Per il presidente Tajani “il franco Cfa non c’entra nulla, di Maio e Di Battista vadano a studiare”

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Intervenendo sulle politiche di immigrazione il presidente del Parlamento europeo Tajani ha dichiarato che “il franco Cfa non c’entra nulla con gli sbarchi, di Maio e Di Battista vadano a studiare prima di rilasciare certe dichiarazioni”

Palermo. “Infrastrutture e investimenti per il mezzogiorno”. Questi gli impegni del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani in visita in Sicilia.
Dopo aver fatto tappa a Catania il presidente Tajani, ha partecipato ad una seduta solenne convocata dall’Assemblea Regionale Siciliana.
Prima della seduta ha incontrato la Giunta regionale e il governatore Nello Musumeci.
Il presidente ha illustrato il suo Piano per racimolare tutti i fondi europei persi e non spesi dalle regioni meridionali, arricchiti dalla Banca Europea degli investimenti, dalla Cassa depositi e prestiti, per destinarli all’avvio di opere e infrastrutture nel Mezzogiorno. “Si tratta di oltre 20 miliardi – ha detto Tajiani – che potranno essere spesi per migliorare lo stato delle strade e dei collegamenti marittimi nel Meridione”.
Parlando di sistema aeroportuale e della crisi dello scalo di Trapani – Birgi il presidente Tajani ha sposato l’idea del governatore Nello Musumeci riguardo all’accorpamento in un’unica società di gestione.

Durante la sua visita rivolgendosi ai cronisti non sono mancate le critiche al governo giallo – verde in merito alle politiche sull’immigrazione. “Non servono i nazionalismi e la chiusura dei porti – ha detto Tajani – ma un piano europeo che possa investire capitali in Africa”.
In merito alle dichiarazioni di Di Battista e Di Maio sulle responsabilità degli sbarchi dovuti alla politica monetaria della Francia (Cfa) Tajiani ha precisato che si tratta di “balle pazzesche” consigliando agli esponenti 5 Stelle di “andare a studiare prima di fare certe dichiarazioni. L’unica colpa che si può attribuire alla Francia – ha aggiunto Tajani – è quella di aver fatto la guerra ed eliminato governo libico di Gheddafi”.

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