Palermo Pride: migliaia in corteo per i diritti di tutti
Palermo. Migliaia di persone hanno attraversato compatte e sorridenti il centro storico di Palermo per aderire come ogni anno al tradizionale corteo che, momento clou dell’intero Palermo Pride, ha avuto luogo proprio il 28 giugno per celebrare il cinquantenario dei Moti di Stonewall, la rivolta che nel 1969 diede una scossa alle coscienze e segnò fuori da un bar di New York, lo Stonewall Inn, il primo passo di un lungo e accidentato cammino, quello per l’affermazione e il riconoscimento dei diritti di tutti, al di là di ogni diversità e contro ogni ingiustizia e discriminazione sociale.
In occasione di questa importante ricorrenza il direttivo di Coordinamento Palermo Pride ha scelto come slogan 2019 “Tacchi e martello: la rivoluzione in movimento”, uno slogan che è evidentemente un omaggio a quell’atto di forza e di coraggio, a quella significativa e fragorosa presa di coscienza, a quel momento leggendario, di rivalsa, che vale sempre la pena di ricordare affinché i confini della paura e dell’ignoranza vengano ogni giorno e con orgoglio valicati. Una vera e propria rivoluzione quella messa in atto dagli avventori dello Stonewall Inn, una rivoluzione che ha dato il via al Movimento di liberazione omosessuale e che ancora oggi non si è del tutto compiuta.
“La ricorrenza dei moti di Stonewall – afferma l’attivista Vanni Piccolo,‘madrino’ del Palermo Pride 2019 e fondatore del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli – non cade in un periodo felice per la comunità Lgbt italiana. Stiamo vivendo una recrudescenza di ostilità, di violenza, di odio, che aggredisce ormai quotidianamente la nostra stessa esistenza, la nostra visibilità, i nostri affetti. In particolare le persone transessuali sono vittime di un profondo pregiudizio, carico di odio, che legittima violente aggressioni. Stonewall ci insegna che la nostra liberazione è nata da una rivolta, di cui, peraltro, furono protagoniste persone trans, e con una rivolta deve essere difesa oggi la nostra libertà”.
“Durante i moti di Stonewall – afferma, invece, Massimo Milani, coordinatrice del Palermo Pride – il‘murodipietra’ fu abbattuto da una valanga di tacchi a spillo, scagliati contro la repressione poliziesca, la dittatura etero sessista, bianca, maschilista e patriarcale. Fu il giorno in cui le ‘Stonewall girls’, checche, travestite e puttane, si ribellarono con forza mostrando al mondo, senza più vergogna, con orgoglio e sfrontatezza, i loro corpi nudi, non normati, ma finalmente liberati e pronti a sfidare un mondo che le voleva malate, nascoste, sofferenti e silenti. Fu una rivolta per abbattere un sistema di potere e oppressione fondato sulla repressione (omo)sessuale. Cinquant’anni esatti sono passati da allora e molte cose sono cambiate, alcune anche in meglio, ma quello spirito rivoluzionario si è notevolmente addomesticato, normalizzato, in cambio di un comodo posto a tavola, anche se nella stanza della servitù”.
Uno slogan, quindi, che non solo vuole sintetizzare ed evidenziare la portata rivoluzionaria di quel particolare momento storico, ma vuole essere uno sprone per le stesse persone Lgbt+, perché non smettano mai di lottare per la conquista e la salvaguardia dei propri diritti, della propria dignità e immagine, della propria vita, e di opporsi, di conseguenza, come suggerito dal titolo della medesima parata, “Favolosamente Antifascista”, al rigurgito di violenza razzista, misogina, omofoba che viene costantemente esibito, senza più alcuna vergogna, sui social e negli spazi pubblici.
Quest’anno Il corteo, al quale sin dal concentramento hanno partecipato, per mezzo del trenino gratuito di Famiglie Arcobaleno, anche le famiglie con bambini piccoli, nonché, grazie ai volontari della Onlus Uniamoci, le persone diversamente abili e con difficoltà motorie, ha seguito un percorso diverso, che, da via Roma, lato stazione, lo ha portato fino ai Cantieri Culturali alla Zisa, dove a un momento politico sul palco è seguita la serata ufficiale di festa del Palermo Pride con il concerto di Romina Falconi e una giostra di dj. Una conclusione degna di un Palermo Pride all’insegna della lotta, ma anche del divertimento e della libertà di espressione.
Genny Ferro