Palermo, per le strade di Ballarò contro il crack

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Palermo, per le strade di Ballarò contro il crack

Palermo. Ballarò: quartiere popolare di Palermo. Nel cuore del centro storico, tra case ristrutturate diventate b&b, turisti che affollano i viali dell’antico mercato, ristoranti di pesce, bancarelle, ambulanti i colori e i suoni di un luogo magico.
Una magia che, come tutti i quartieri popolari delle grandi città, è annebbiata da tanti lati oscuri: degrado, povertà, abbandono scolastico, criminalità, droga.
Le piazze di spaccio del quartiere offrono una vasta gamma di sostanze stupefacenti.
Ci passano tutti da Ballarò e tutti trovano felici quello che cercano, droghe leggere e pesanti. Beh, nulla di scandaloso o vergognoso visto che questo accade in qualsiasi periferia o città del mondo.
Ma quando per strada cominciano a spuntare i morti per overdose da crack ed eroina o giovanissimi disposti a tutto pur di una dose allora lo scandalo e la vergogna diventano orrore.
Bisogna fare qualcosa, ci vogliono le istituzioni e l’assistenza sanitaria, ci vuole l’impegno dei cittadini e delle associazioni, bisogna farsi sentire.
Così il quartiere di Ballarò, uno dei luoghi più simbolici e multiculturali di Palermo, si è ritrovato dietro uno striscione che ha riunito centinaia di persone in corteo contro la droga.
Una manifestazione contro il crack voluta dalle numerose associazioni che da anni operano nel territorio.

Ascolta Nino rocca professore di storia e filosofia da sempre impegnato nel sociale.

A Ballarò ci sono le scuole dove davanti quei presidi di cultura e legalità giornalmente si assiste a ragazzi che si distruggono di crack dalla mattina alla sera.
Studenti e professori ormai hanno paura e non sanno come interagire con chi è in cerca di qualche spicciolo per una dose.
Lo sanno bene gli studenti che frequentano gli istituti della zona e che hanno convocato un’assemblea nel plesso Cascino del liceo Regina Margherita in piazza Casa Professa per discutere, per confrontarsi e dire no alla droga .

Domenico Di Fatta preside Liceo Regina Margherita

Tempi bui come negli anni ottanta con l’eroina, le raffinerie in Sicilia e gli affari della mafia. Oggi i giovani cercano il crack e se la domanda cresce l’offerta non manca.
Alla manifestazione gentile e ordinata hanno partecipato i parroci del quartiere alla presenza dell’Arcivescovo Corrado Lorefice.


Il corteo, con la poca gente affacciata dai balconi, ha attraversato le “crack zone” dove, tra vicoli e angoli di straordinaria bellezza, si consuma crack e ci si sdraia a terra strafatti come se niente fosse.
I volontari della zona sono sempre pronti ad intervenire ed evidenziare il degrado attraverso i loro progetti culturali come gli attivisti del “Giardino di Handala” un luogo dove si gioca e si condividono idee.


Una manifestazione partecipata quella di Ballarò in cui era assente il sindaco della città. Presente invece l’assessore all’Urbanistica e Città Creativa Maurizio Carta, emarginato dagli organizzatori perché impegnati a sottolineare il silenzio dell’amministrazione comunale da poco insediata.
Tra i presenti anche il senatore ed ex procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, il commissario provinciale emergenza Covid Renato Costa , consiglieri comunali di opposizione e tanti volontari e attivisti delle associazioni del territorio insieme per chiedere l’attivazione di un presidio medico magari all’interno delle numeros e strutture abbandonate.
Un centro d’ascolto che possa frenare il consumo di crack e assicurare assistenza a tutti. Senza nessuna distinzione.

Fausto Melluso di Arci Porco Rosso e Massimo Castiglia di Sos Ballarò.

Un centro dunque, dove, con personale medico anche per strada, si possano evitare le morti per crack. Questo hanno chiesto i partecipanti alla manifestazione a Ballarò: luogo in cui certamente si continuerà a spacciare e a consumare crack ma non più con la consapevolezza di essere soli e che nulla si possa fare.
La repressione non serve, servono i luoghi, le persone e la possibilità di farsi curare.

C’è una gran parte di questa città che non vuole tirarsi indietro, non vuole far finta di niente di fronte alle problematiche sociali, non vuole essere indifferente e sogna un mondo migliore.
Questa è la bellezza che si contrappone all’orrore.

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