“Oasi e deserti”: al via il Festival delle Letterature Migranti
Palermo. Un programma variegato e ricco di contaminazioni quello del Festival delle Letterature Migranti, che, giunto alla sua sesta edizione, quest’anno si svolgerà tra il 21 e il 25 ottobre a Palermo principalmente presso la Sala dei 99 di Palazzo Branciforte, in cui i momenti di incontro tra i protagonisti dello stesso e il pubblico si terranno sia in presenza sia on line, contribuendo così a garantire il distanziamento fisico imposto dall’attuale emergenza sanitaria, senza rinunciare nel contempo alla dimensione internazionale della rassegna.
Nato nel 2015 a Palermo, luogo simbolico e territorio aperto a costanti fenomeni di métissage, il Festival delle Letterature Migranti si pone l’obiettivo di indagare le conseguenze che gli spostamenti fisici e immateriali, mediatici o epistemologici, hanno sulle lingue, le letterature e le culture dell’area mediterranea e oltre, evidenziando come la mobilità di persone e idee non sia affatto da intendere come un ostacolo, ma come un’opportunità di conoscenza e di crescita.
“Oasi e deserti” è, non a caso, il tema scelto per quest’ultima edizione, un titolo polisemico che, se da un lato rimanda agli inevitabili effetti del cambiamento climatico, dall’altro vuole indurci a riflettere sull’esigenza di creare e di condividere nuovi spazi di riflessione e di scambio, sottraendoli, attraverso un uso sapiente delle nuove tecnologie, alla progressiva desertificazione sociale e culturale indotta dalla rete.
L’oasi diventa, quindi, in questo contesto, metafora di un mondo ricco di risorse e di possibilità, un mondo verso cui l’uomo deve poter tendere per superare il proprio deserto e riconoscere se stesso attraverso il confronto con gli altri. Ecco che l’oasi si configura come un luogo sicuro, che non ha limiti, né proprietà, un luogo in cui tutti possano esprimere liberamente la propria identità, che non è e non dovrebbe essere, come ha sottolineato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, “appartenenza a un territorio, ma atto supremo di libertà”.
“Oasi e deserti” ragiona di passato e futuro, di ambiente e dissipazione, di relazioni e separatezze, di dialogo e pregiudizio”, ha affermato, invece, il direttore artistico del Festival Davide Camarrone, ed è proprio attorno a questo tema centrale che si svilupperanno le cinque sezioni del fitto programma, vale a dire Letteratura, Arti Visive, Teatro, Musica e Audiovisivi, le quali concorreranno insieme a interpretare e a rappresentare il contemporaneo in tutte le sue molteplici sfaccettature.
Il programma letterario, curato dallo stesso Davide Camarrone, sarà a sua volta articolato in una serie di sezioni, vere e proprie scatole narrative, a partire dalle quali autori e comunità di discussant prenderanno le mosse per guardare con occhio attento alla realtà. Si rifletterà, quindi, sulla letteratura quale strumento possibile di comprensione e di dialogo (Dialoghi), sull’importanza della memoria e dei processi di trasmissione dell’eredità culturale da una generazione all’altra (Lettere da vicino), sul valore della traduzione e della mediazione culturale (Lost and Found in Translation), sull’esperienza della mescolanza, vissuta e vista non come anomalia, ma come condizione naturale (Meticciati), su una nuova percezione del tempo, sempre più spesso irregolare e compresso oltre ogni limite (Tempo irregolare), sulle terre perse, luoghi che smarriscono la loro storia e spingono alla fuga, infine, sulle narrazioni letterarie e artistiche, che, con i loro intrecci, gettano ponti tra il nostro mondo e l’ignoto (Variazioni e fughe).
Tra gli ospiti vi segnaliamo lo scrittore israeliano Abraham B.Yehoshua, in diretta da Gerusalemme, per una lectio on line dal titolo “CUM-FINIS. Culture, Identità, Religioni nella società globale”, lo scrittore iraniano Kader Abdolah, che attraverso il suo romanzo “il sentiero delle balbucce gialle” rievocherà l’antica Persia e i mutamenti che l’hanno travolta, l’architetto e scrittrice palestinese Suad Amiry, autrice del libro “Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea”, la scrittrice georgiana Ruska jorjoliani che discuterà della sua ultima opera, un romanzo dalle venature noir dal titolo “Tre vivi tre morti”, il giornalista Oliver Van Beemen, che con il suo “Heineken in Africa” ci svelerà il nuovo paradiso dell’industria della birra olandese, Pietro Leveratto, autore del romanzo “Il silenzio alla fine”, Sara Rattaro, che incontrerà, tra gli altri, i ragazzi della biblioteca Giufà allo Zen e la scrittrice Gabriella Kuruvilla che incontrerà, invece, i ragazzi del Centro di Accoglienza Padre Nostro di Brancaccio.
Non meno importante è la sezione musicale, che, intitolata “Elettronica” e curata da Dario Oliveri, si presenta come un juke-box virtuale, che, aperto a linguaggi differenti, dalla musica colta sino alle forme più evolute di intrattenimento, comprende i brani di dodici musicisti, tra cui per esempio Marco Betta, Marco Cappelli, Gianni Gebbia, Pietro Leveratto, offrendoci, con il loro configurarsi come 45 giri, “un piccolo viaggio verso un orizzonte inesplorato”.
Per la sezione Arti Visive, dal titolo “Generazione spontanea” e curata da Agata Polizzi in collaborazione con la Fondazione Merz di Torino, è stato chiesto, invece, agli artisti Francesco De Grandi e Michele Guido di mettere a disposizione del pubblico non tanto la parte conclusiva del proprio lavoro, quanto piuttosto quella più autentica, più creativa, quella che, soprattutto nei giorni della pandemia, in un momento, quindi, di insolito isolamento, è emersa attraverso un processo di esplorazione individuale ed emozionale. Il confronto con il pubblico avverrà in modo diretto, grazie a incontri intimi, come in una sorta di “speakeasy”, e il risultato di queste esperienze confluirà, infine, in una pubblicazione, in un vero e proprio diario di viaggio.
La sezione Teatro, intitolata “Camera di sorveglianza” e curata da Giuseppe Cutino, intende, infine, testimoniare, con interventi di registi come Emma Dante, Pierpaolo Sepe e Fabrizio Arcuri, il particolare momento che stiamo vivendo a partire proprio dal punto di vista dei teatranti, che si pongono inevitabili domande su come poter realizzare performance dal vivo nonostante le limitazioni imposte dai regolamenti sanitari, mentre la sezione Audiovisivi, a cura di Andrea Inzerillo, si articola in due parti: un progetto di narrazione corale del lockdown realizzato (da casa) dagli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia; la proiezione di un film recente di Cédric Venail, “A discrétion”, che apre alla dimensione più esplicita della sessualità e del desiderio.
Tutti gli incontri del Festival delle Letterature Migranti si svolgeranno nel pieno rispetto delle misure anti-covid.
Per partecipare sarà necessario prenotare il proprio posto sul sito della manifestazione:Festival Letterature Migranti
Tutti gli eventi, sia in presenza che on line, potranno essere seguiti in live streaming.
Genny Ferro