Patria di Fernando Aramburu vince il premio Tomasi 2018
E’ Fernando Aramburu con Patria (Guanda) il vincitore della quindicesima edizione del Premio Letterario Internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa 2018. Patria, che in Spagna ha vinto il Premio nazionale della Critica, è stato considerato il caso editoriale del 2017.
La cerimonia di premiazione si terrà sabato 4 agosto (ore 21) a Santa Margherita di Belìce in Piazza Matteotti
“Il romanzo – spiega Gioacchino Lanza Tomasi, presidente della giuria del Premio Lampedusa, racconta la singolare identità della comunità basca, circa 800.000 parlanti l’euskera, la sola lingua anteriore alla migrazione dorica in Europa. L’euskera non è affine ad alcun ceppo linguistico conosciuto ed è rimasto circoscritto a San Sebastián e ai villaggi vicini; è presente anche oltre il confine francese. Quella di Aramburu – prosegue Gioacchino Lanza Tomasi – è una narrazione aspra ed incantevole che ha avuto in Spagna un successo incredibile (700.000 copie vendute) e l’entusiastica adesione dei grandi scrittori di lingua spagnola, da Vargas Llosa a Xavier Marías. Aramburu ha al suo attivo oltre dieci romanzi e si è man mano affermato come il nuovo astro della letteratura spagnola”.
Così scrive su El Paìs Mario Vargas Llosa, Nobel per la letteratura nel 2010 e vincitore del Tomasi di Lampedusa nel 2013: “Solo Patria, il romanzo di Fernando Aramburu, mi ha fatto vivere, dal di dentro, gli anni di sangue e orrore che ha sofferto la Spagna con il terrorismo dell’ETA. Il libro ci seduce e ci conquista con la sua magia verbale… E’ molto tempo che non leggevo un romanzo così persuasivo, commovente e tanto brillantemente concepito”.
Per Franco Valenti, sindaco di Santa Margherita di Belìce, il Premio è diventato un appuntamento estivo irrinunciabile che coinvolge l’intero territorio: “Sono migliaia le persone che intervengono ogni anno alla cerimonia del Premio. Tanti gli appassionati della lettura che in occasione del Premio hanno modo di incontrare ed ascoltare i grandi nomi della letteratura internazionale. Ma altrettanti, e mi riferisco soprattutto ai turisti, sono coloro che colgono l’occasione per visitare un territorio che cinquant’anni fa è stato devastato dal terremoto. Oggi la Valle del Belìce ha ripreso nuova linfa grazie al lavoro svolto dagli amministratori e alla voglia di riscatto della gente che vi abita. Il paesaggio da lande desolate descritte nelle pagine de Il Gattopardo si è trasformato in un territorio fertile e verde dedicato alla produzione grazie allo sviluppo vitivinicolo. Possiamo senz’altro dire – conclude – che le Terre Sicane sono un gioiello di arte, cultura, bellezza e sviluppo economico, un pezzo di Sicilia che ci riempie d’orgoglio”.
Gori Sparacino, che da quest’anno torna alla direzione del Parco Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa, aggiunge: “Il Premio ha l’obiettivo di divulgare l’opera dell’autore de Il Gattopardo, il romanzo più tradotto del Novecento, promuovendo al contempo il binomio cultura e territorio. Un luogo che è stato fonte d’ispirazione per pagine immortali non può non avere una valenza di respiro internazionale. Gli scrittori e le scrittrici che hanno ricevuto negli anni passati il riconoscimento sono stati legati alla grande forza espressiva di Giuseppe Tomasi di Lampedusa”.
Breve bio:
Fernando Aramburuè nato a San Sebastián (Paesi Baschi) nel 1959 da una famigliaoperaia. Ha studiato Filologia spagnola all’Università di Saragozza dove negli anni Settanta è stato molto attivo nel Gruppo Cloc, associazione artistica con influenze dadaiste e surrealiste. Negli anni Novanta si è trasferito in Germania per insegnare spagnolo. Dal 2009 ha abbandonato la docenza per dedicarsi esclusivamente alla scrittura e alle collaborazioni giornalistiche. Ha pubblicato complessivamente una decina di romanzi e raccolte di racconti, tradotti in diverse lingue e pluripremiati in patria e all’estero.
La cerimonia di premiazione si terrà sabato 4 agosto (ore 21) a Santa Margherita di Belìce in Piazza Matteotti. Alla serata sarà presente la giuria del Premio composta da: Gioacchino Lanza Tomasi (presidente), Salvatore Silvano Nigro, Giorgio Ficara e Mercedes Monmany.