Assemblea di Sinistra Comune:”No hotspot”a Palermo – Hotspot, ovvero Hot STOP allo Zen
Palermo. Malgrado il sindaco di Palermo Leoluca Orlando abbia rassicurato che in città non nascerà nessun hotspot, ma soltanto una struttura temporanea per le operazione di identificazione dei migranti, Sinistra Comune non ci vede chiaro e ha indetto un’assemblea per martedì 22 maggio per approfondire al meglio la questione.
I consiglieri comunali Giusto Catania, Barbara Evola, Katia Orlando e Marcello Susinno stanno studiando a fondo la delibera che dovrà passare al vaglio del Consiglio Comunale e hanno convocato un’assemblea pubblica – martedì 22 maggio (alle 16 a Palazzo delle Aquile, aula Rostagno) – per illustrare i perchè del ‘NO’ alla realizzazione dell’hotspot.
Il Consiglio Comunale di Palermo dovrà dunque discutere se dare parere favorevole sulla conformità urbanistica dell’opera promossa dal Governo regionale.
Si tratta di una struttura temporanea di primo soccorso e accoglienza per i migranti da costruire allo Zen, nei pressi del Velodromo, in un’area confiscata e contrassegnata come verde storico. Il centro servirà all’identificazione dei migranti e al foto segnalamento, oltre alle visite mediche: operazioni che oggi vengono effettuate al porto in spazi angusti e non idonei.
Da qui la necessità di trasferire tutto nell’area identificata: fondo San Gabriele, tra via Lanza di Scalea e via Patti.
Sala delle Lapidi adesso è chiamata a esprimersi con urgenza sullo studio di prefattibilità del progetto da 400 posti e dal costo di 7 milioni di euro che prevede, in via temporanea (due anni), l’installazione di tensostrutture.
Ma sinistra comune non si fida e crede che l’istallazione di tale centro possa poi trasformarsi in un hotspot dove “vengono ignorati i principi basilari della dignità umana”.
“Nei prossimi giorni – affermano i consiglieri comunali Giusto Catania, Barbara Evola, Katia Orlando, Marcello Susinno – chiederemo anche un incontro all’Assessore regionale al Territorio ed ambiente, Toto Cordaro, per spiegare che non si possono sperperare sette milioni di euro per un intervento invasivo in un territorio come lo Zen, che avrebbe ben altre priorità”.