Massoneria e politica in Sicilia: si scoprono le carte

Massoneria e politica in Sicilia: si scoprono le carte

Palermo. Deputati e assessori regionali, sindaci e consiglieri comunali sono obbligati a dichiarare la loro eventuale iscrizione a logge massoniche.
Lo prevede una legge approvata ieri all’Assemblea regionale siciliana.
Una legge, partorita dal presidente della Commissione regionale antimafia Claudio Fava.
Favorevoli i 5 stelle – a cui si deve l’estensione anche ai sindaci e ai consiglieri comunali – e parte del Pd.
Si tratta di una legge trasparenza – appartenere alla massoneria non è reato e non lede alla Costituzione.
C’è chi scommette su un’altissima percentuale di esponenti delle istituzioni iscritti alle logge massoniche.
Chissà se tutti avranno la trasparenza di affermare la loro affiliazione ad una loggia.
Del resto, una cosa è far tralasciare a tutti di far parte della massoneria,facendo intravedere quel mistero di potere e lustro – cosa molto diffusa – altra è dichiararlo scoprendo le carte pubblicamente. Di certo questa legge non risolverà i veri problemi da affrontare in Sicilia, ma almeno servirà a confermare che in questo Paese c’è un legame tra le prestigiose poltrone politiche e una serie di logge, apparati e gruppi che, puliti o meno, si racchiudono in circoli privilegiati in cui si distribuiscono favori.

Intanto a scalpitare e ad essere contrario a questa legge è Stefano Bisi, gran maestro del Grande Oriente il quale ha definito la legge “qualcosa di mostruoso sul piano giuridico e morale”.
“Si tratta di un provvedimento molto grave e pericoloso perché viola norme costituzionali ed europee e mina palesemente alla base la libertà di ogni individuo – aggiunge Bisi -ci meravigliamo che un così aggressivo e discriminatorio atto legislativo sia stato avallato anche da forze e partiti che da sempre hanno sbandierato la loro laicità nel pieno rispetto della Costituzione Repubblicana. I liberi muratori del Grande Oriente d’Italia percorreranno tutte le vie legali necessarie perché un simile provvedimento che ghettizza e marchia in modo inqualificabile e pretestuoso i massoni venga rimosso ripristinando un necessario e ineludibile diritto alla libertà di ogni cittadino di far parte di qualsiasi associazione”
Per Caludio Fava “la Sicilia è la prima regione d’Italia ad avere una legge di questo tipo; nonostante le fortissime pressioni in senso contrario, abbiamo affermato un dovere di trasparenza e di responsabilità che adesso andrebbe esteso a tutte le cariche elettive in Italia”.
La norma approvata recita: “Entro quarantacinque giorni dall’insediamento, i deputati dell’Assemblea regionale siciliana, il Presidente della Regione ed i componenti della Giunta regionale sono tenuti a depositare, presso l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea regionale siciliana, una dichiarazione, anche negativa, sull’eventuale appartenenza a qualunque titolo ad associazioni massoniche o similari che creano vincoli gerarchici, solidaristici e di obbedienza, precisandone la denominazione, qualora tale condizione sussista”.

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