Mario Francese: “Una vita in cronaca”
Palermo. È stata inaugurata ieri mattina al No Mafia Memorial di Palermo la mostra “Una vita in cronaca”, che, dedicata al giornalista del Giornale di Sicilia Mario Francese scomparso per mano della mafia esattamente quarant’anni fa, riprende nei contenuti un’analoga esposizione concepita nel 2000 nel differente scenario dello Spasimo dopo un lungo periodo di silenzio durante il quale l’omicidio del cronista siciliano era caduto nell’oblio.
Mario Francese compì i suoi primi passi come giornalista presso l’agenzia Ansa, dove inizialmente era stato assunto come telescriventista.
In seguito iniziò una collaborazione con il quotidiano La Sicilia di Catania, per il quale si occupò di cronaca nera e giudiziaria.
Nel 1958 venne assunto come capo ufficio stampa all’assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Siciliana, incarico che, però, nel 1968, lasciò per lavorare a tempo pieno presso il Giornale di Sicilia, con il quale nel frattempo aveva intrapreso una collaborazione, occupandosi di cronaca giudiziaria e divenendo uno dei massimi conoscitori di Cosa nostra
e delle sue dinamiche interne.
Non c’è stato fatto di cronaca, dalla strage di Ciaculli all’omicidio del colonnello Russo, al quale Mario Francese non abbia dedicato tutta la sua scrupolosa e appassionata attenzione, facendo del giornalismo d’inchiesta un mezzo necessario e acuminato nella lotta alla mafia. Ma tutto questo Cosa Nostra non poteva accettarlo e il 26 gennaio 1979 lo assassinò dopo un’altra dura giornata di lavoro proprio davanti casa.
Una mostra, questa, all’insegna, quindi, della memoria, ma per poter agire con maggiore consapevolezza nel presente, un presente i cui veri protagonisti, come ci ricorda Giulio Francese, figlio di Mario e presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, sono i giovani, quegli stessi che, secondo un’indagine dell’istituto Demopolis sui giovani e l’informazione in Italia, da una parte tendono sempre più a informarsi ricorrendo ai social a discapito della carta stampata, ma dall’altra non nascondono un rilevante interesse per il giornalismo d’inchiesta.
“Per far fronte all’odierna crisi della carta stampata e rimediare all’evidente ritardo con cui i giornali hanno compreso l’importanza della diffusione di internet e dei mutamenti che di lì a poco avrebbe apportato nel mondo dell’informazione – ha affermato sempre Giulio Francese – l’unica soluzione è quella di lavorare di più e meglio e guardare alle nuove generazioni, “il cui sano protagonismo dimostra che vogliono contare e che hanno bisogno di un giornalismo che li sappia rappresentare”.
Non è un caso se proprio dei giovani – precisamente gli studenti del liceo artistico Damiani Almeyda, uno degli istituti che ha partecipato alla sezione scuola del premio Mario e Giuseppe Francese – hanno allestito, coordinati dal professore Giorgio Gristina, la suddetta mostra, che si articola in 28 pannelli monocromatici corredati di significative immagini e di parole ugualmente forti e rilevanti, parole che, come sottolineato da Umberto Santino, Direttore del Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato”, sono il risultato di un diligente lavoro di recupero del materiale relativo alla vita di Mario Francese realizzato dal figlio Giuseppe Francese scomparso il 3 settembre 2002 dopo aver lottato strenuamente affinché la verità sull’assassinio del padre venisse fuori e i responsabili venissero condannati.
Una mostra, quindi, che vuole ripercorrere il percorso professionale e di vita di un uomo che con assoluto impegno e onestà ha avuto, come pochi, la capacità di spingersi al di là della rassicurante ignoranza e di procurare a una Sicilia insidiata dal tarlo della mafia almeno uno squarcio di luce. Come ha affermato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, “Mario Francese era un giornalista dalla schiena dritta, che piegava la schiena soltanto per scrivere la verità sul tavolo da lavoro. Normalmente la cronaca si lega al quotidiano, ma lui ha scritto il futuro della città”.
La mostra “Una vita in cronaca” sarà visitabile presso i locali del No Mafia Memorial fino al 24 febbraio dal giovedì alla domenica.
Genny Ferro