La guerra dei cieli e il crollo di Trapani – Birgi.
Palermo. L’inchiesta giudiziaria che si è abbattuta sulla passata gestione d’oro dell’Airgest, la società partecipata dalla Regione che gestisce l’aeroporto di Trapani – Birgi, ha peggiorato una situazione critica dello scalo trapanese che si riflette su tutta la provincia.
E’ evidente che senza la compagnia aerea irlandese Ryanair lo scalo Vincenzo Florio non ha un futuro. Una sorta di vicende negative che ad oggi fanno registrare il calo dei passeggeri con ripercussioni in termini turistici per il territorio trapanese.
A poco sono servite le rassicurazioni del presidente della Regione Siciliana che punta ad un’unica società che accorpi lo scalo palermitano a quello di Trapani.
C’è la paura che ci sia l’intenzione di orientare su Birgi gran parte del traffico merce.
Questo non risolverebbe il problema della forte crisi.
Intanto il governatore siciliano Nello Musumeci ha incontrato a Palazzo d’Orleans il presidente del Consiglio di amministrazione di Airgest, Paolo Angius, a seguito dell’inchiesta giudiziaria che vede coinvolti, per fatti risalenti agli anni passati, 15 ex amministratori della società che gestisce lo scalo aeroportuale di Trapani Birgi.
Dopo aver relazionato sull’attività svolta quest’anno, Angius – anche lui indagato – ha messo a disposizione del governatore la propria carica.
Musumeci, nell’apprezzare lo stile e nel ringraziarlo per il gesto e per il lavoro fin qui svolto, ha invitato l’avvocato Angius a rimanere al proprio posto ancora per qualche settimana per definire gli affari correnti, in attesa dell’imminente nomina del nuovo direttore.
Si prospetta dunque un cambio di gestione per salvare il salvabile.
Mentre in Sicilia gli scali di Catania e Palermo fanno il pieno di passeggeri per Tapani – Birgi bisognerà accontentarsi, chissà per quanto tempo ancora delle briciole.
Secondo i dati di Assaeroporti il 2018 ha premiato gli aeroporti siciliani: Fra i grandi aeroporti Punta Raisi è al secondo posto in Italia dopo Napoli per la maggiore crescita rispetto all’anno precedente (l’aumento è del 14,8 per cento, per un totale di 6,6 milioni di passeggeri), mentre Fontanarossa consolida il suo quinto posto generale nella classifica nazionale dopo Fiumicino, Malpensa, Orio al Serio e Venezia (allo scalo etneo sono mancati appena 67mila passeggeri per sfondare per la prima volta nella storia quota 10 milioni, con una crescita dell’8,9 per cento rispetto al 2017).
Sulla lavagna dei cattivi, invece, c’è Trapani.
In calo anche Comiso, che riduce i passeggeri del 2,9 per cento e si attesta a quota 424mila, per un risultato che però a questo punto porta lo scalo del Ragusano a un passo dall’essere il terzo polo dei voli in Sicilia.
Sul fronte delle indagini per malversazione di fondi pubblici e falso in bilancio nello di scalo Trapani – Birgi tali reati sarebbero stati commessi nell’ambito della gestione di co-marketing, cioè nei vari accordi, che hanno consentito alla compagnia irlandese Ryanair i collegamenti aerei da e per lo scalo trapanese nei tempi d’oro.
Gli avvisi di garanzia sono stati notificati a Salvatore Castiglione, Franco Giudice, Salvatore Ombra, Paolo Angius (attuale presidente del Cda di Airgest), Fabrizio Bignardelli, Vittorio Fanti, Giuseppe Russo, Giancarlo Guarrera, Luciana Giammanco, Letteria Dinaro, Michele Angelo Maggio, Antonino Di Liberti, Antonio Lima, Antonino Galfano.
Come riportato accuratamente dal sito Tp24.it, sembra che ci sia però una volontà politica per rilanciare Alitalia a discapito dei piccoli scali tra cui Birgi che così rischiano davvero la chiusura: “una parte delle indagini prende il via da un esposto di senatori e deputati dei Cinque Stelle. I grillini, che tengono saldamente in mano il ministero dei Trasporti e quello dello Sviluppo Economico, hanno un’idea ben chiara dello sviluppo del trasporto aereo nel nostro Paese: ed è un orientamento sovranista, cioè pro Alitalia, a danno delle low cost. Salvare Alitalia, sembra essere la parola d’ordine, anche a costo di danneggiare i piccoli aeroporti come Birgi” .
Sempre secondo il sito on line Tp24.it “i Cinque Stelle hanno presentato un disegno di legge anti Ryanair. La proposta di legge punta non solo a rivedere la pratica dei contratti di comarketing attraverso la quale i piccoli aeroporti sovvenzionano le compagnie low cost (è previsto, a questo scopo, un sistema sanzionatorio: quindi un aeroporto come Birgi è destinato a chiudere), ma anche a stabilire contratti di lavoro uguali per tutti tra il personale dei vettori a basso costo stranieri che operano e fanno base in Italia e quelli dei lavoratori delle altre compagnie italiane”.
Insomma sembra che, una volta fatta chiarezza sulle indagini della magistratura,sull’aeroporto di Trapani ci sia una sorta di congiura.
L’Airgest manca di un componente del Cda, dopo le dimissioni polemiche di Elena Ferraro, membro indicato dalla Regione Siciliana, e cioè dal presidente Nello Musumeci.
La Regione, ricordiamolo, ha il 99,93% delle quote societarie.
Intanto l’aeroporto continua ad avere pochissimi voli, l’intero comparto turistico – alberghiero è in ginocchio, la gara per assegnare le rotte con il contributo della Regione è andata quasi deserta.