Palermo. In casa Pd si fa la conta dei danni.
Nel 2013 il Pd aveva aletto 20 deputati e 4 senatori siciliani, anche grazie al premio di maggioranza, oggi soltanto sei (quattro deputati e due senatori). Va peggio se si guarda al gap tra Regionali del 5 novembre scorso e le Politiche del 4 marzo: in Sicilia Pd, Sicilia Futura e lista Micari hanno conquistato il 21,2 per cento per il rinnovo del Parlamento siciliano, quattro mesi dopo hanno perso 9,6 punti percentuali.
Tristi numeri che inevitabilmente spingono i Partigiani del Partito democratico Antonio Rubino, Carmelo Greco e Antonio Ferrante a chiedere “un passo indietro di tutta la classe dirigente del partito”. Per Rubino ci sono responsabilità politiche in primis del segretario nazionale ma anche di chi e chi lo ha rappresentato in Sicilia, come Davide Faraone.
I partigiani aprono però al sindaco di Palermo Leoluca Orlando:”per noi – dice Rubino – Orlando è un valore aggiunto purchè non si metta a disposizione, o peggio alla guida, di una corrente, ma contribuisca alla fase di ricostruzione della classe dirigente del Pd. Non vogliamo un partito indistinto, vogliamo un partito di centrosinistra che abbia una collocazione chiara e sia riconoscibile dagli elettori. Per questo i responsabili di questo declino devono fare un passo indietro”.
Riguardo alle dichiarazioni del Governatore della Puglia Michele emiliano di appoggiare un governo 5 stelle Rubuno e i partigiani siciliani del Pd non hanno dubbi: “il nostro posto è l’opposizione”.