In mostra a Palermo le foto di Alberto Gandolfo:”Quello che resta”dei fatti di cronaca
Palermo. Inaugurata a Palermo, presso Dimora OZ, la mostra fotografica dal titolo “Quello che resta” dell’artista palermitano Alberto Gandolfo, che, curata da Benedetta Donato, presenta una serie di ritratti in bianco e nero frutto di un lungo lavoro di ricerca iniziato dallo stesso autore a partire dal 2017 e incentrato su fatti di cronaca risalenti al passato italiano più recente.
Per oltre un anno Alberto Gandolfo ha approfondito e riportato alla luce ben ventisette storie, dalla strage di Piazza Fontana al disastro ferroviario di Viareggio, dal caso di Piergiorgio Welby a quello di Eluana Englaro, da quello di Niki Aprile Gatti a quello di Stefano Cucchi, da quello di Alessandro Nasta a quello di Giuseppe Tusa, o ancora, da quello di Francesco Rinaldelli a quello di Giuseppe Corisi a quello di Marcella Di Levrano e così via.
Un omaggio è dedicato, inoltre, alle famiglie di Peppino Impastato, Paolo Borsellino, Nino Agostino e Ida Castelluccio, che, in modalità diverse, ma con la medesima determinazione, si fanno portatrici di attività di promozione della cultura della legalità.
Tante e tutte drammatiche le vicende raccontate e, soprattutto, rievocate dall’autore, che, attraverso i ritratti dei familiari e delle persone vicine alle vittime, ha inteso mantenerne viva la memoria e denunciarne le controverse evoluzioni.
Casi complessi, molti dei quali attendono ancora di essere chiarificati, il cui ricordo è affidato ai volti di chi è rimasto e, nonostante il dolore per la perdita subita, non ha esitato, come sottolinea lo stesso Alberto Gandolfo, ad impegnarsi in lunghe ed estenuanti battaglie alla ricerca della verità e della giustizia.
“Delitti e stragi a opera di organizzazioni criminali come la mafia o attentati rivendicati da gruppi estremisti, morti per carenza di adeguati controlli nelle infrastrutture o per mancanze nell’adozione di determinate procedure sanitarie, misteri legati alle speculazioni finanziarie o allo spionaggio informatico: sono le vicende – afferma Benedetta Donato – che entrano nelle esistenze di questi personaggi, cambiandone irreversibilmente il corso”. “Queste vite – continua sempre Benedetta Donato – riemergono dall’anonimato come immagini di volti per gran parte non conosciuti, divenuti ora permanentemente visibili e impressi sulla pellicola fotografica di piccolo formato che, da oggetto minimale, si trasforma in mezzo carico di significato, in cui convivono le essenze di chi non c’è più e le presenze di chi è rimasto”.
L’intero ciclo di fotografie di “Quello che resta” è contenuto nell’omonimo volume, che pubblicato da Silvana Editoriale e curato da Benedetta Donato, accoglie, oltre al testo introduttivo e alle schede monografiche redatte dalla curatrice, un contributo di Giovanna Calvenzi.
L’installazione di “Quello che resta”, presentata da Église in collaborazione con Dimora OZ, è visitabile fino al 29 febbraio 2020 a Palermo in via Francesco Riso, 9 dal martedì al sabato dalle 16:00 alle 19:00.
Genny Ferro