Curarsi con la cannabis terapeutica coltivata in Sicilia è possibile

Ascolta uno stralcio dell’incontro promosso dal comitato Esistono i Diritti ai Cantieri culturali alla Zisa cliccando sul play della foto principale.
Interventi in orine di ascolto: Alberto Mangano, Valeria Ajovalasit, Barbara Bonvicini, Antonello Cracolici, Nadia Spallitta

Curarsi con la cannabis terapeutica coltivata in Sicilia è possibile

Palermo. Far sì che la Regione Siciliana si adoperi per la coltivazione e la distribuzione della Cannabis per uso terapeutico, rappresenta una sfida molto ardua, ma possibile.
Questo l’obbiettivo del comitato Esistono i Diritti che a Palermo presso i Cantieri culturali alla Zisa ha organizzato un incontro per informare e sensibilizzare quanti più soggetti possibili alla realizzazione di un processo che porti ad aumentare la produzione di cannabis terapeutica in Italia.
Nonostante l’aumento del fabbisogno italiano di cannabis terapeutica, il monopolio di Stato non riesce a soddisfare la domanda.
La cannabis viene infatti coltivata nello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze.
La crescita delle richieste di molti pazienti e la scarsa produzione costringe il governo italiano ad acquistare la materia prima in Olanda con prezzi esorbitanti che non tutti gli utenti possono permettersi.
Le regioni possono così mobilitarsi affinchè il ministero della Difesa e quello della Salute facciano dei bandi per estendere le coltivazioni oltre al progetto pilota di Firenze.

Un obbiettivo possibile che in Sicilia vedrebbe l’Esa (Ente Sviluppo agricolo) protagonista con la possibilità di coltivare nei campi di proprietà dell’ente pubblico siciliano la tanto ricercata e curativa cannabis.
Usare alcuni terreni pubblici in Sicilia, molti dei quali abbandonati e incolti, per coltivare piante di cannabis a scopo terapeutico, somministrando almeno una parte dei farmaci prodotti, e in maniera gratuita, ai malati siciliani affetti dalle patologie che rientrano nei protocolli sanitari.
Tutto sotto autorizzazione del ministero della Sanità, il controllo dell’Agenzia nazionale del farmaco (Aifa) e accompagnato da un maxi-piano di formazione dei medici per la prescrizione del farmaco. Un’idea che sta prendendo corpo in Sicilia, dove c’è chi ipotizza la creazione di una filiera produttiva che potrebbe dare impulso allo sviluppo produttivo e occupazionale.

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In questa battaglia il comitato ha coinvolto anche Marco Capppato esponente dei Radicali e dell’Associazione Luca Coscioni il quale, partecipando ad una conferenza stampa convocata a Palazzo dei Normanni,ha chiesto alla Regione Siciliana di adoperarsi insieme ad altre regioni italiane per essere promotori di una importante iniziativa di libertà e diritto di cura per tanti pazienti costretti anche a rivolgersi al mercato illegale.
La risposta dell’assessore regionale alla salute Ruggero Razza non si è fatta attendere: “Non sono contrario all’avvio di una campagna di comunicazione e informazione sull’uso terapeutico della cannabis e neppure a fare un approfondimento sull’idea di coltivare le piante in Sicilia, voglio però il supporto giuridico e scientifico” ha, affermato l’assessore Razza.

Nel corso dell’incontro ai Cantieri culturali alla Zisa sia il presidente del comitato esistono i diritti Gaetano d’Amico e il vice presidente Alberto Mangano hanno accolto con piacere l’impegno dell’assessore e avviato una campagna di sensibilizzazione che porti alla costituzione di un nuovo tavolo tecnico che sia produttivo ed efficace e che in tempi brevi possa portare risposte e atti concreti.

Ascolta uno stralcio dell’incontro promosso dal comitato Esistono i Diritti ai Cantieri culturali alla Zisa cliccando Qui

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