Chiesa Madre di Sambuca di Sicilia: “la bellezza ritrovata”

Chiesa Madre di Sambuca di Sicilia: “la bellezza ritrovata”

Sambuca di Sicilia (Ag). Riaperta dopo 51 anni dagli eventi sismici che devastarono molti Comuni della Valle del Belice, la Madrice di Sambuca di Sicilia.
“Un segno di speranza ed un ponte proiettato verso un futuro migliore.” ha detto nella sua omelia il cardinale Francesco Montenegro durante la messa solenne concelebrata all’interno della chiesa divenuta il simbolo della ricostruzione ancora incompleta.
Tanta emozione negli occhi dei cittadini del borgo di Sambuca ,primo tra tutti il sindaco che con lacrime di commozione e gioia ha tagliato il nastro insieme al i cardinale Montenegro.

Un pezzo di storia che torna alla luce dopo l’oblio di una ricostruzione infinita post terremoto e di un recupero atteso per oltre mezzo secolo.
Una chiesa ancora da completare ma che adesso sarà fruibile ai fedeli e ai turisti che nel suo interno potranno scrutare una bellezza simbolo di rinascita.
Alla cerimonia presente, un foltissimo pubblico e le massime autorità civili e militari dell’ex provincia a cominciare dal prefetto, nonché numerosi sindaci ed amministratori.

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Alcuni anni fa alcuni interventi per il suo consolidamento e la sua messa in sicurezza.
Recentemente, il bando di una gara di appalto da parte della amministrazione comunale presieduta da Leo Ciccio che col parroco Don Lillo di Salvo e molti altri volontari si è prodigato incessantemente per smuovere le acque stagnanti della indifferenza e dell’incuria e riaprire il tempio. Edificata intorno al 1420 su una parte dell’antico castello arabo di Zabut, il mitico emiro fondatore del paese, la Madrice in origine era una piccola chiesa dedicata prima a Santa Barbara, e poi a San Pietro Apostolo.

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Nel 1642 fu ricostruita ed ampliata grazie al contributo finanziario della marchesa Donna Giulia Baldi Centellis e della sorella Maria.
Completata la costruzione, il 12 febbraio 1651, la chiesa fu solennemente aperta al culto sotto il titolo di Maria SS. Assunta.
L’attuale campanile, fu ricavato da una antica torre saracena di difesa dello stesso Castello. Si tratta di una chiesa a tre navate, divise da colonnati che sorreggono archi a tutto sesto. Opera di artigianato locale che lavorò sotto la guida di ingegneri palermitani, la Matrice é’ ricca di stili compositi: il portale di rozzo stile arabo-normanno proviene da una delle chiese della distrutta Adragnus; mentre tutto l’ornato del portale della fiancata destra che si affaccia sulla Piazza Baldi Centellis, é ispirata a motivi rinascimentali commisti a delicati influssi barocchi.

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