Blocks, in mostra a Palermo, dal 6 giugno al 31 luglio presso l’Albergo delle Povere Storie di dialoghi oltre i limiti
Palermo. La parola “block” in inglese significa “masso”, “interruzione”, “muro” ma anche “insieme” e “tassello”. Ovvero, allo stesso tempo: “limite” e “opportunità”, “separazione” ed “elemento di connessione”. Un termine duale che ben riesce a sintetizzare il tempo che viviamo, fatto di limiti e ridefinizione di insiemi, relazioni, conoscenze, strumenti.
Blocks, la collettiva curata da Daniela Brignone – storica dell’arte – e Daniela Brignone – storica – traccia un percorso che tocca storie e coscienze ovunque nel mondo attraverso 54 opere di 28 artisti contemporanei provenienti da varie parti del mondo che con le proprie creazioni denunciano “limiti” e cercano la via per superarli. Un progetto promosso dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana insieme al Museo Riso, alla Fondazione e all’Ordine degli Architetti di Palermo e al Rotary club Colonne d’Ercole di Palermo.
La mostra, visitabile dal 6 giugno al 31 luglio, è il primo grande evento internazionale d’arte in Sicilia a segnare la #ripartenza e il ritorno in presenza nei luoghi d’arte. Ad accompagnare la collettiva anche un calendario di eventi collaterali: talk, spettacoli, laboratori e visite didattiche dal vivo e online.
Cuore dell’evento sarà l’Albergo delle Povere di Palermo, trasformato per l’occasione in spazio espositivo multidisciplinare per ospitare: quadri, sculture, fotografie, installazioni, video e performance che affrontano da angolazioni diverse e con linguaggi creativi personali il tema dei “blocchi”, dei muri fisici, mentali e sociali. Grazie alla partnership con l’Istituto dei Ciechi di Palermo e con l’Unione Italiana Ciechi, la mostra sarà fruibile con visite guidate anche a ipovedenti e non ciechi (info: 091.540324). Sarà, inoltre, messo a disposizione uno scoiattolo, gentilmente concesso dal Rotary, per consentire le visite alle persone con disabilità motoria.
Lungo un percorso che comprende 4 sezioni – conflitti, controllo e potere, pregiudizi, dialoghi – gli artisti selezionati esprimono il proprio punto di vista, quello di chi ha vissuto o conosciuto in modo diretto o indiretto il “muro”, lanciando così con forza un messaggio di superamento dei conflitti.
Le quattro tappe diventano dunque una sorta di percorso catartico verso il superamento dei blocchi, verso una nuova prospettiva di libertà e condivisione. Si parte dalla storia e dai “limiti” che hanno radici nel Novecento – le “due Germanie”, il conflitto israelo-palestinese, il Kazakistan post sovietico, il nazismo, la guerra in Iraq, la guerra fredda e la corsa agli armamenti nucleari, la ribellione all’autorità in Cina – per arrivare al controllo e potere esercitato dagli Stati ma anche dal sistema capitalistico e consumistico, fino alle barriere create dai pregiudizi. Temi che oggi assumono anche un significato nuovo e ulteriore, a causa dei limiti e delle chiusure determinate dalla pandemia che ha colpito il mondo intero e dal lockdown. Tutto per giungere al livello più ambito dall’arte: il dialogo.
Gli artisti che prendono parte alla collettiva sono: Eyal Ben Simon (Israele), Liu Bolin (Cina), Paolo Canevari (Italia), Mateusz Choróbski (Polonia), Paolo Cirio (Italia), Andrea De Carvalho (Brasile), Vittorio Corsini (Italia), Doplgenger (Serbia), Osvaldo Gonzáles (Cuba), Igor Grubić (Croazia), Maryam Jafri (Pakistan), William E. Jones (Stati Uniti), Jon Kessler (Stati Uniti), Sophie ko (Georgia), Julia Krahn (Germania), Sigalit Landau (Israele), Thomas Lange (Germania), Almagul Menlibayeva (Kazakistan), Hassan Musa (Sudan), Adi Nes (Israele), Adrian Paci (Albania), Valentina Palazzari (Italia), Renato Ranaldi (Italia), Mario Rizzi (Italia), Steve Sabella (Palestina), Philip Topolovac (Germania), Uli Weber (Germania).