Attenti al Pupo: i settant’anni di Mimmo Cuticchio e dei suoi Pupi
Palermo. Cos’è un pupo? La sua prima testimonianza artistica proviene da una tavola dell’undicesimo secolo conservata in un museo inglese.
Ma è nel 1605 che, per la prima volta in descrizione completa, incontriamo il teatro dei pupi nella letteratura, in un passaggio del capolavoro di Miguel de Cervantes, Don Quijote de la Mancha, considerato da molti uno dei primi romanzi della letteratura; in un capitolo del secondo volume del libro, i due protagonisti picareschi Don Chisciotte e Sancho Panza arrivano in una locanda dove assistono allo spettacolo dei pupi di Maese Pedro.
Seduto con Sancho Panza, Don Quijote vede una rappresentazione dei pupi della storia di Melisendra, figlia putativa di Carlo Magno, rapita dai Mori di Saragozza; all’improvviso Don Quijote si lancia verso il teatrino di Maese Pedro distruggendo i pupi e il teatrino per difendere Melisendra in fuga dai Mori, ancora una volta scambiando la finzione con la realtà.
Questa è una delle tante storie che mi ha raccontato il Maestro Mimmo Cuticchio, erede diretto della tradizione palermitana dell’Opera dei pupi, una delle voci più autorevoli del teatro italiano.
Dopo suo padre Giacomo, che aveva aperto il suo primo teatro di pupi nel 1933, Cuticchio si mette in proprio come puparo mettendo in scena negli anni settanta i suoi spettacoli itineranti. Grazie al lavoro della sua Associazione Figli d’arte Cuticchio – che fonda nel ’77, riesce a reinventare questa tradizione, contribuendo al riconoscimento conferito dall’Unesco all’Opera dei pupi siciliani col loro inserimento nel Patrimonio orale e immateriale dell’umanità nel 2008.
E chi sarà stato a candidare l’Opera dei pupi a questo riconoscimento?
La Sicilia? No.
L’Italia? Neanche.
L’Europa? Nemmeno.
Per questo riconoscimento bisogna ringraziare i coreani e i giapponesi che hanno saputo valorizzare questa tradizione siciliana.
Come dire, nemo propheta in patria.
Ho incontrato il Maestro Cuticchio in occasione dell’inaugurazione della sua mostra 70 pupi di opranti e pupari per festeggiare i suoi 70 anni con una istallazione di settanta pupi prodotti negli ultimi tre secoli.
All’inaugurazione della mostra era presente il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha regalato a Cuticchio la medaglia ufficiale della Città di Palermo, scherzando su come ormai, entrambi sindaco e puparo siano dei reperti archeologici e speranze future per Palermo.
Ma nei primi anni non c’era nessun tipo di riconoscimento o supporto per l’Opera dei pupi da parte delle amministrazioni pubbliche.
Auguriamo a Mimmo Cuticchio e ai suoi 800 pupi altri settant’anni di teatro.
Per Mimmo Cuticchio i pupi devono essere animati: “I pupi appesi in bella mostra sono pupi morti”.
Ci appelliamo a tutti voi che avete pupi appesi nelle vostre case e musei.
Liberateli, lasciate che questi valorosi guerrieri si ricongiungano con i loro fidi cavalli, decapitino malvagi draghi, salvino principesse innocenti e proteggano il nostro regno.
Oppure, se non avete pupi da liberare, siete sempre in tempo di conoscerli e diventare loro amici visitando il teatro del Maestro.
#PupiLiberi
Davide Centineo