“Antonello da Messina, dal Mito alla Realtà”

Ascolta l’intervista al Prof. Giovanni Carlo Federico Villa, cliccando sul play della foto principale.

“Antonello da Messina, dal Mito alla Realtà”

Cefalù (Pa). Si è svolta sabato 12 gennaio nei preziosi e accoglienti locali del Museo Mandralisca di Cefalù la conferenza dal titolo “Antonello da Messina, dal Mito alla Realtà” sapientemente tenuta dal Prof. Giovanni Carlo Federico Villa, che, docente di Storia dell’Arte Moderna, di Museologia e storia della critica d’arte e direttore del Centro di Ateneo di Arti Visive presso l’Università degli Studi di Bergamo, nonché curatore della grande mostra dedicata all’artista siciliano nel 2006 alle Scuderie del Quirinale di Roma, ci ha piacevolmente introdotto alla scoperta della prodigiosa e stimolante figura di Antonello da Messina e delle sue eminenti opere, la maggior parte delle quali sono attualmente ammirabili a Palermo presso la Galleria Regionale di Palazzo Abatellis nell’ambito della rassegna monografica “Antonello da Messina” a cura dello stesso Giovanni Carlo Federico Villa.

Evelina De Castro, Direttore della Galleria Regionale di Palazzo Abatellis

La suddetta mostra, visitabile fino al 10 febbraio e facente parte degli eventi di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, presenta una significativa selezione dei più noti capolavori del pittore messinese che, frutto, come ha sottolineato Evelina De Castro, Direttore della Galleria Regionale di Palazzo Abatellis, di una proficua collaborazione tra diverse realtà museali, italiane e non, offre al fruitore un’esaustiva esemplificazione del percorso artistico di Antonello da Messina e del contesto storico e culturale in cui il medesimo si formò e si ritrovò ad operare.

Antonio Purpura, Presidente Fondazione Culturale Mandralisca

Fondamentale si è rivelata la collaborazione con il Museo Mandralisca che, come affermato da Antonio Purpura, Presidente della Fondazione Culturale Mandralisca, si propone come reale punto di riferimento del mondo culturale non soltanto cefaludese, ma dell’intero territorio.

Vincenzo Garbo assessore alle Politiche Culturali del Comune di Cefalù

Del resto, “la grandezza di un museo – ha affermato L’assessore alle Politiche Culturali del Comune di Cefalù Vincenzo Garbo – non va parametrata alla grandezza dei locali, ma all’importanza delle opere che custodisce e la Fondazione Mandralisca custodisce opere di eccezionale valore”.
Fondamentale interprete della pittura fiamminga in Italia e figura cardine della pittura rinascimentale nel meridione, Antonello da Messina si distinse nel panorama artistico contemporaneo proprio per questa sua capacità di coniugare le due tradizioni stilistiche più importanti dell’epoca, conferendo in tal modo ai suoi lavori un carattere unico e innegabilmente sublime.

Crocifissione di Sibiu

Felice esempio di questo fecondo connubio è già, come ci suggerisce il Prof. Giovanni Carlo Federico Villa, la Crocifissione di Sibiu, eseguita intorno al 1465, in cui “nel meraviglioso paesaggio a volo d’uccello Antonello riesce a riprendere la sua Messina, la sua città natale, e a coniugarla con una straordinaria indagine dell’uomo e dei suoi sentimenti.

Polittico di San Gregorio, Museo Regionale di Messina

Altro capolavoro attualmente in mostra presso la Galleria Regionale di Palazzo Abatellis e paradigmatica testimonianza dell’opera di Antonello da Messina e della sua evoluzione è il cosiddetto Polittico di San Gregorio, del 1473 circa e proveniente dal Museo Regionale di Messina, in cui le volumetriche figure della Madonna e dei Santi risentono della lezione di Pietro della Francesca, mentre l’Annunciazione del registro superiore è una citazione dal Polittico di San Vincenzo Ferrer di Giovanni Bellini, con cui Antonello da Messina entrò in contatto nel corso dei suoi viaggi traendone grande ed evidente beneficio.

Annunziata, Palazzo Abatellis

Non potevamo non accennare nell’ambito di questa sommaria ricostruzione delle vicende artistiche del noto pittore siciliano alla celebre Annunziata di Palazzo Abatellis, che, eseguita tra il 1474 e il 1477, emerge straordinariamente umana e vitale dal fondo scuro e pudica accoglie l’annuncio dell’angelo, che nel dipinto non compare, ma di cui si può intuire facilmente la presenza attraverso l’eloquente gesto della Vergine e il particolare del movimento delle pagine del libro in basso a destra.

Ritratto d’uomo o Ritratto di ignoto marinaio, Museo Mandralisca

Ma Antonello da Messina fu soprattutto apprezzato per l’intensa e conturbante espressività dei suoi ritratti, tra i quali un posto di rilievo merita sicuramente il Ritratto d’uomo del Museo Mandralisca, detto anche Ritratto di Ignoto Marinaio, che l’artista eseguì intorno al 1470 e che fu acquistato da Enrico Pirajno barone di Mandralisca a Lipari dove si dice fungesse da sportello di un mobile nella bottega di uno speziale. Il Ritratto di ignoto marinaio ci colpisce senz’altro per la sua capacità di rapire l’osservatore, di trasportarlo e di coinvolgerlo nell’intimità di un rapporto paritetico, in cui, beffardo ed enigmatico, l’uomo ritratto provoca con la sua più che realistica parvenza il suo interlocutore e lo costringe senza mezzi termini a interrogarsi sulla propria umana esistenza.
“Quando noi pensiamo a un grande ritratto del 1400 – ci dice il Prof. Giovanni Carlo Federico Villa – siamo portati nell’immaginario a pensare alla Gioconda, a Leonardo, ma in realtà Antonello getta letteralmente un colpo di spugna su tutto quello che è stato fatto prima e dopo di lui e con il ritratto di Cefalù dà i parametri di una nuova arte”.

Genny Ferro

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