Anno giudiziario: al via a Palermo cerimonia inaugurazione
Palermo. È stato inaugurato l’anno giudiziario a Palermo. La cerimonia, nell’aula magna della corte d’appello, si è aperta con la relazione del presidente della corte d’appello Matteo Frasca sullo stato della giustizia nel distretto.
In rappresentanza del ministro della Giustizia partecipa il capo del Dap Francesco Basentini, mentre per il Csm è presente l’ex pm di Palermo Nino Di Matteo.
Alla cerimonia assistono le massime autorità giudiziarie, come il procuratore generale Roberto Scarpinato, il procuratore della repubblica Francesco Lo Voi. Presenti in aula i vertici delle forze dell’ordine, il sindaco e il prefetto di Palermo.
Nel suo intervento Di Matteo, componente del Csm, ha puntato il dito contro i “magistrati impegnati in una folle corsa verso incarichi direttivi ” e contro “correnti che da ossatura della democrazia sono diventate ambiziose articolazioni di potere”. Quanto venuto alla luce con l’inchiesta di Perugia, secondo l’ex pm, ha generato “un generale discredito nei confronti della magistratura”, ma “è anche l’occasione per ripartire prima che altri cambino le regole comprimendo valori come quello dell’indipendenza”. Ma per voltare pagina, secondo il magistrato, non bastano nuove norme, ma serve “una svolta etica individuale e di corpo”.
“Il Consiglio Superiore della Magistratura deve voltare pagina. Quel che è venuto alla luce dall’inchiesta di Perugia deve indignarci, ma non può sorprenderci perché è la fotografia nitida di una patologia grave che si è diffusa come un cancro e che ha portato allo strapotere delle correnti e al collateralismo con la politica, logiche che hanno allontanato l’organo di autogoverno dagli scopi per cui la Costituzione lo aveva previsto”, ha aggiunto Di Matteo.
A Messina gli avvocati hanno scelto di assistere alla cerimonia senza indossare la toga, come hanno spiegato in una nota “in segno di protesta e di dissenso nei confronti di chi “non ascolta la voce dell’avvocatura sulla riforma che ha inciso sul decorso del termine di prescrizione del reato”. (Ansa)