Ciao Luigi Necco,un bravo cronista.
Chissà se anche Maradona avrà saputo della morte di Luigi Necco.
Si perché se Diego tra l’85 e il 90 rappresentò per Napoli il calcio ogni domenica nelle nostre case entrava come un ciclone, Necco, che descrivendoci le prodezze del Pibe e dei suoi compagni, riusciva a trasmetterci il folclore e la passione del tifoso napoletano che allo stadio riusciva a dimenticare le vicissitudini e la povertà della vita quotidiana sognando epicamente dietro a un pallone di combattere l’enorme disuguaglianze che separava e che ancora oggi separa Nord e Sud.
Luigi Necco era uno di loro, un uomo del popolo catapultato quasi per caso allo stadio San paolo, lui vero giornalista di cronaca sul campo che ci narrò la gigantesca mattanza che tra l’81 e l’84 lasciò vittime per strada quasi pari a quelle del terremoto dell’Irpinia.
Gambizzato nel 1981 davanti allo stadio Partenio di Avellino per essere stato troppo criticone nei confronti del presidente Sibilia che poi si scoprirà essere uomo alla mercè di don Raffaele Cutolo, non si perse mai d’animo e qualche mese dopo lo ritrovammo in curva tornato a lavoro circondato dall’affetto e dal calore del popolo azzurro che ne esaltava ancor più il suo stile unico e inimitabile del narrare quei 90 minuti.
Ci mancherai tanto Luigi con te se ne va pure un calcio che da parecchio si è trasformato in business e poco altro.
M.R.