Crescono gli obbiettori e muoiono i diritti: la legge 194 del 1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza viene disattesa dall’87% delle strutture sanitarie siciliane.
PALERMO. Crescono a dismisura gli obbiettori di coscienza in Sicilia. Tutto ciò a discapito dell’applicazione di leggi dello stato a tutela di donne che chiedono un diritto spesso negato.
Esempio lampante è la legge 194 del 1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza che di fatto viene disattesa dall’87% delle strutture sanitarie siciliane.
Un problema delicato che si scontra con la religiosità di molti medici obbiettori e con una piccolissima parte, in molti casi inesistente, di ginecologi e anestetisti che provano con mille difficoltà ad applicare la legge.
Per portare avanti una battaglia transpartitica e mirata ad una corretta informazione il Comitato siciliano Esistono i Diritti ha provato a scuotere la politica e le coscienze senza però ancora ricevere le risposte adeguate.
“Avevamo chiesto un incontro con l’ormai precedente assessore alla Salute della Regione Siciliana Razza – dice Gaetano D’Amico presidente del comitato – ma ancora nessuna risposta. Attendiamo il nuovo assessore per confrontarci su un tema molto delicato e importante per i diritti delle donne”.
In parallelo anche un’interrogazione parlamentare presentata all’Assemblea Regionale Siciliana dall’On. Stefania Campo Movimento 5 Stelle iscritta al Comitato la quale propone anche di riequilibrare le assunzioni dei medici nelle strutture sanitarie tra obbiettori e non.
Di certo il numero elevato di obbiettori, la carenza di strutture adeguate e un carico di lavoro che il medico deve affrontare per portare avanti un’interruzione di gravidanza, non aiutano ad applicare una legge a tutela di quelle donne che decidono anche dolorosamente la strada dell’aborto.
Per il ginecologo Francesco Gentile componente del comitato Esistono i diritti – l’obiezione di coscienza oltre a negare un diritto crea e genera disinformazione e disservizi al paziente e al futuro di una legge, la 194, che rischia in futuro di essere dimenticata e mai più applicata”.
Pino Apprendi componente storico del Comitato propone una seria presa di posizione della politica. “Le soluzioni quando si vuole si trovano – dice Apprendi – come per la somministrazione dei vaccini hanno obbligato i medici, anche per la 194 si potrebbe usare il pugno duro e aumentare il numero dei non obbiettori all’interno degli ospedali.
Oltre alla non applicazione della legge Valentina Chinnici neo eletta deputata dell’Ars del PD fa notare come “non ci siano strutture sanitarie adeguate ed una medicina territoriale inesistente, che costringe molte pazienti ad attendere invano mesi e mesi per una risposta e affrontare viaggi al nord o in altri paesi europei o peggio ancora affidarsi alla clandestinità”.