Covid, dal 7 gennaio, con Rt in crescita, c’è rischio rosso o arancione
Roma. Allo scadere del decreto di Natale, valido fino al 6 gennaio, tornerà il regime delle fasce regionali che il governo determinerà dopo le verifiche degli esperti sull’andamento del contagio.
A questo riguardo, è attesa per la prossima settimana, ma non è stato ancora reso noto quando, la riunione della cabina di regia per il Monitoraggio Regionale, che verifica i dati epidemiologici sulla base dei 21 parametri. Subito dopo il governo prenderà le sue decisioni.
Frattanto si registra, a tutt’oggi, una lenta decrescita della curva del contagio, ma con l’Rt in aumento e – nel primo bollettino del 2021 – il tasso di positività al 14,1%, ancora in crescita. Con questi dati una parte del Paese, allo scadere del decreto di Natale, potrebbe finire nuovamente in zona rossa o arancione: a rischiare per ora sono soprattutto Veneto, Liguria e Calabria, che secondo l’ultimo report Iss hanno superato il valore 1 di Rt e che potrebbero essere collocate nella lista dei territori sottoposti a maggiori restrizioni. Molto vicine a quella soglia ci sono anche Puglia, Basilicata e Lombardia.
Attualmente è previsto che, dopo il decreto, le Regioni tornino alla fascia di colore assegnata prima del lockdown natalizio, cioè tutte gialle (tranne l’Abruzzo arancione), ma l’andamento del contagio non rende scontato che sia così. Il report del 30 dicembre indica varie criticità: in particolare, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento ed Emilia Romagna hanno una probabilità superiore del 50% di superare la soglia critica di occupazione dei posti letto in area medica in 30 giorni, mentre per Lombardia, Trento e Veneto lo stesso discorso vale per le terapie intensive. A questi dati si aggiunge il caso della Sardegna, che ha una classificazione del rischio “non valutabile” e quindi “alto”, a causa dell’incompletezza dei dati forniti. In attesa che il prossimo report sciolga ulteriormente i nodi, è lo stesso presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, a invitare alla cautela spiegando che «una vera valutazione solida dell’andamento durante queste festività la potremo avere solo a metà gennaio». E il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, aggiunge con una punta di ottimismo: «a fronte di numeri che meritano ancora uno sforzo, diamo il messaggio forte che quanto è stato messo in campo sta dando frutti».
Qualcosa potrebbe cambiare anche sui parametri di valutazione. Nelle prossime ore, dopo una richiesta da parte delle Regioni avanzata attraverso un documento, l’Iss potrebbe ufficializzare alcune modifiche che potrebbero influire sui 21 indicatori per stabilire l’assegnazione delle regioni nelle varie fasce. Tra questi un diverso metodo di calcolo dei tamponi antigenici e molecolari effettuati, che potrebbe poi influire sul tasso di positività. Ad essere rivalutate potrebbero essere anche la definizione dei “casi” e le strategie di esecuzione dei test.
Riguardo all’altro tema caldo delle scuole, queste dovrebbero riaprire ovunque con il 50% di presenze massime consentite – almeno fino al 15 gennaio – dopo il lavoro svolto dalle varie prefetture nei tavoli di coordinamento scuola-trasporti. Un annuncio in questo senso è stato fatto da tutti i ministri a vario titolo competenti: Interno, Istruzione e Trasporti. Gli stadi saranno ancora chiusi, ma c’è qualche spiraglio per la ripresa dello sci nella seconda metà di gennaio, dopo la richiesta delle Regioni di una riapertura degli impianti esclusivamente nelle zone gialle dal 18 del mese. Resta invariato il ricorso allo smartworking in gran parte delle aziende e in particolare negli uffici statali, dopo la proroga prevista fino al 31 gennaio sulle misure per il lavoro agile nella Pubblica amministrazione. Cominceranno in ordine sparso anche i saldi invernali, nell’arco di tutto il prossimo mese di gennaio e, in determinati casi, potrebbero ancora cambiare in considerazione di eventuali zone rosse.
Il coprifuoco resta fissato alle ore 22; nelle sole zone gialle ristoranti e bar potranno servire ai tavoli fino alle ore 18. Piscine, palestre, cinema e teatri resteranno chiusi per ora. A riaprire, invece, potrebbero essere mostre e musei con entrate contingentate.