Lavoratori della Formazione professionale licenziati chiedono per legge il ricollocamento
Palermo. La legge regionale n. 25 del 1993 si applica o no ai dipendenti – licenziati – della Formazione professionale della Sicilia? Si tratta di una legge, mai abrogata, che doveva ricollocare i lavoratori licenziati della Formazione professionale, o in altri enti o in altre strutture pubbliche.
Insomma per la legge i lavoratori ai tempi degli scandali legati alla formazione professionale in Sicilia, erano illicenziabili ma invece si ritrovano senza occupazione , senza ammortizzatori sociali e con un futuro sempre più incerto.
Dopo lo smantellamento integrale della Formazione Professionale infatti migliaia di famiglie continuano a lottare per la sopravvivenza .
Dopo un mese di proteste davanti all’assessorato regionale al Lavoro ieri si è tenuto un tavolo tecnico con l’assessore Scavone per cercare di trovare insieme soluzioni utili al ricollocamento di quei lavoratori che non hanno più nulla.
“È bene ricordare che in questo massacro c’è una grande responsabilità politica dei sindacati confederali che non hanno tutelato i lavoratori – ci tiene a precisare Costantino Guzzo del Sifus Confali (ASCOLTA L’INTERVISTA) – perché l’azzeramento della Formazione professionale siciliana non sarebbe potuto avvenire senza il loro avvallo. Ad oggi l’olocausto continua e nessuno tra gli assessori di competenza, sembra farsi carico di quello che ormai dovrebbe essere un obbligo morale, addirittura si riforma il settore imperniandolo oggi sulla precarietà dei lavoratori licenziati che, se avranno fortuna ad entrare nelle grazie di qualche gestore di ente, lavoreranno a progetto e con stipendi a gocce”.
I lavoratori attendono il parere dell’avvocatura dello stato per l’applicazione della vigente L 25/93 che appunto obbliga l’ente regionale a ricollocare i licenziati. Tra due settimane un nuovo incontro.
“Vogliamo che il ministero del Lavoro e gli assessorati regionali al Lavoro e alla Formazione, si siedano ad un tavolo congiunto e, applicando le leggi già esistenti, ci consentano di transitare nella pubblica amministrazione”.