Consulenti del lavoro: “reddito di cittadinanza improduttivo, crescono i disoccupati”
Palermo. Un esercito di disoccupati, 346mila persone, con un tasso del 20 per cento ben sopra la media nazionale pari al 9,8 per cento, e tutti i settori tradizionali, ad eccezione dell’agricoltura, in forte sofferenza.
A scattare la fotografia durante il convegno ‘Legge di Bilancio 2020: prospettive giuslavoristiche e fiscali’, in corso al Loggiato San Bartolomeo di Palermo, è l’Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo scettico soprattutto sul reddito di cittadinanza considerata una misura sociale che “non riesce ancora a trasformarsi in misura di politica per il lavoro”.
Riferisce, a proposito, Vincenzo Silvestri,presidente della Fondazione consulenti per il lavoro : “sui 2 milioni di soggetti coinvolti in Italia dal reddito , solo 700mila sono occupabili e quasi la metà di questi presenta enormi problemi sociali; ma ai 200 mila già convocati dai Centri per l’impiego è stato fatto solo il profilo, mentre per firmare il Patto per il lavoro saranno riconvocati nel 2020. Infatti, in attesa che sia realizzata la banca dati informatica unica per l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, ancora non è operativo l’Assegno di ricollocazione, cioè la ‘dote’ con cui pagare i servizi per l’inserimento occupazionale.
Non è esatto, quindi, affermare che già 18 mila percettori di Reddito sono stati assunti: si è scoperto che sono soggetti con precedenti esperienze lavorative, che per lo più ora hanno trovato un impiego autonomamente e presso datori di lavoro che non hanno neppure potuto beneficiare dell’incentivo perché è stato sbloccato solo adesso”.
Secondo i dati presentati dai consulenti “le imprese palermitane nostre clienti – ha aggiunto Antonino Alessi, neo presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro del capoluogo siciliano – ci hanno comunicato un fabbisogno di personale per i prossimi mesi di circa 1.300 figure professionali, soprattutto nei settori terziario, ristorazione e startup”.
In Sicilia, secondo l’ultima elaborazione dell’Osservatorio economico di Unioncamere regionale aggiornata allo scorso 30 settembre, sono attive 467.447 imprese, che occupano un milione e 92 mila addetti.
Nel terzo trimestre il saldo tra imprese nate e cessate è positivo (1.017 unità), ma le attività tradizionali sono in sofferenza.
A parte l’agricoltura, che dà lavoro a 129.021 siciliani e che mostra un saldo positivo di 446 aziende, e il settore del noleggio auto e agenzie di viaggi nel quale sono occupati 56.276 soggetti con 60 nuove attività, tutti gli altri comparti tradizionali registrano un collasso nel numero di aziende. In controtendenza, soprattutto nelle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, è il comparto delle imprese innovative e tecnologiche. Un settore che dà lavoro a 43.035 persone, soprattutto giovani laureati e diplomati, e che ha chiuso il terzo trimestre 2019 con un saldo attivo di 2.186 nuove realtà imprenditorialitá.
Lo scenario della provincia di Palermo conferma il trend: su 98.201 imprese attive con 238.496 dipendenti, solo l’agricoltura (10.926 braccianti) cresce di 28 aziende e gli altri comparti sono in negativo, a fronte di 560 nuove imprese dei settori innovativi che danno lavoro a 9.224 persone, pari al 5 per cento del totale della provincia.