Le foto di Sveva Taverna raccontano le ‘radici’ della Sardegna

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Le foto di Sveva Taverna raccontano le ‘radici’ della Sardegna

Palermo. Arraicas (Radici, in sardo) è il titolo della mostra fotografica personale di Sveva Taverna che, curata da Valentina Sestieri e inaugurata venerdì 6 dicembre a Palermo presso BACO about photographs, è il risultato di un lungo e affascinante percorso di ricerca che l’autrice con dedizione ed estrema sensibilità ha condotto per quasi vent’anni in Sardegna, terra d’origine della madre e rifugio per l’anima.
Arraicas è una breve e piacevole sosta in un mondo lontano, quasi del tutto scomparso, un mondo poetico e schietto, che, pregno di una natura impervia, nel susseguirsi lento delle immagini riemerge colmo di mistero e intimamente familiare. È un invito cordiale a fermarci e a lasciarci condurre verso luoghi generosi e vitali, che, colti nei loro aspetti più semplici e arcaici, si sottraggono all’incedere del tempo e ci riempiono di autentiche e inaspettate sensazioni.

Gesti, rumori, silenzi, odori, tutto sembra reale, concreto, tutto ci arriva, anche se parzialmente e attraverso delle semplici immagini, dandoci l’impressione di poter guardare attraverso lo spiraglio di una memoria volutamente e teneramente ricercata e, soprattutto, preservata. Il progetto, che l’autrice, ha intrapreso quando era ancora una bambina, è nato proprio dall’esigenza della stessa di documentare una realtà a lei molto vicina, molto cara, una realtà che è parte integrante della sua storia, della sua cultura, del suo passato come del suo futuro, e che difficilmente, essendo figlia unica, avrebbe potuto condividere, mantenendone intatto il ricordo.
Diversi sono i soggetti colti in queste immagini, dalle donne vestite di nero ai paesaggi terrosi e opulenti, dai cieli stellati alle piante e agli animali selvatici, e poi il mare, così immenso, eppure inaspettato intermediario tra persone e vite diverse.
Ed è proprio al mare che Sveva Taverna, nata a Roma da madre sarda, si riferisce, affidandosi questa volta alle parole, per descrivere questa sua straordinaria esperienza: “all’ombra del Monte Gruttas, a Urzulei, mi sentivo pervadere da un senso di mistero, che poi ho cercato per anni di esprimere attraverso la fotografia, tentando di ‘trattenere’ le apparizioni che si destavano al mio sguardo. Sono cresciuta con questa percezione netta negli occhi… sospesa tra due mondi, di cui il mare era sia trait-d’union che strenuo divisore. Quel mare che da bambina osservavo dalla terra materna, verso il continente, in cui sono nata, e che mi sembrava, per questo, miracoloso. Segreto portatore di vita, da una sponda all’altra”.
Parole sincere, profonde, che rivelano tutta la bellezza di questo lavoro.

Del resto per l’autrice, che è cresciuta in mezzo ai libri, le parole sono importanti almeno quanto le immagini. E non è un caso se in occasione di questa mostra alle fotografie sono stati accostati brani letterari di autori autorevoli, come pure della stessa Sveva Taverna, rendendo l’esposizione un perfetto connubio fra visioni raccontate e pensieri immaginati.
Un lavoro, quindi, intenso, ma delicatamente e pazientemente coltivato, questo di Sveva Taverna, che, pur continuando ad avere un valore documentale indubbiamente importante, ha assunto negli anni un aspetto diverso, espressione di un punto di vista più intimo, più profondo, e di cui la pubblicazione editoriale dal titolo Diario dal Supramonte, realizzata in collaborazione con BACO about photographs e presentata in occasione della succitata inaugurazione, ne è una testimonianza evidente.

La mostra “Arraicas” potrà essere visitata fino all’11 gennaio 2020 presso BACO about photographs in via Giacalone 35 dal mercoledì al sabato dalle 15:30 alle 19:30.

Genny Ferro

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