Carceri siciliane: stato di emergenza o assenza istituzioni?

Ascolta l’intervista al presidente dell’Associazione Antigone Sicilia Pino Apprendi cliccando sul play della foto principale

Carceri siciliane: stato di emergenza o assenza delle istituzioni?

Palermo. La visita al carcere “Di Lorenzo” di Petrusa ad Agrigento del presidente della Regione Siciliana, che ha definito vergognoso lo stato dei detenuti, le indagini della magistratura che provano a fare luce su numerosi maltrattamenti avvenuti proprio nell’istituto di pena agrigentino, il mancato riavvio di numerosi progetti socio culturali nel carcere Ucciardone di Palermo, denunciati dall’associazione Antigone e poi ancora l’iscrizione nel registro degli indagati della direttrice e dello psichiatra del carcere Pagliarelli, per cui la Procura della Repubblica ipotizza il reato di omicidio colposo a causa di un detenuto che si è suicidato per mancata vigilanza e cura, devono far riflettere le istituzioni sullo stato di emergenza in cui versano le carceri siciliane.
Nell’isola sono 23 gli istituti di pena che ospitano 6.400 detenuti e nei quali prestano servizio circa tremila agenti che devono far fronte ad una miriade di emergenze, richieste e protocolli che spesso si trasformano in servizi inefficienti.

Il governatore Nello Musumeci prova a mettere qualche toppa al complicato sistema carcerario e scrive al ministro della Giustizia Bonafede chiedendo interventi mirati e risolutivi, mentre le associazioni che si occupano dei diritti dei detenuti continuano a denunciare ritardi nel recepimento dei farmaci, carenze di assistenza sanitaria, sovraffollamento e precarie condizioni igienico sanitarie.
Basti pensare che Proprio ad Agrigento da anni non si riesce a riparare una caldaia dal costo di 40 mila euro.
Non va meglio nel carcere Ucciardone di Palermo dove il presidente dell’associazione Antigone Sicilia Pino Apprendi (ndr Ascolta l’intervista) ha evidenziato numerose lagune riguardanti alcune attività che, dal cambio di direzione, non sono state rinnovate: l’attività teatrale del maestro Lollo Franco, la creazione di un orto da parte della cooperativa ‘In e Out’, la sartoria, il pastificio Giglio, il centro diurno per detenuti con disturbi psichiatrici, ‘Il vaso di Pandora’.

Pino Apprendi
Presidente Antigone Sicilia

“Durante la mia visita – ha detto l’ex parlamentare regionale Pino Apprendi – ho constatato che diverse attività sono ora in declino in quanto trascurate, e in particolare l’orto è completamente in stato di abbandono, in quanto é stato definitivamente chiuso il rapporto con la cooperativa che se ne occupava.
Le attività del ‘Vaso di Pandora’ risentono, in maniera sensibile, dell’assenza di alcune delle figure di riferimento che in passato si sono rivelate essenziali. La sartoria è totalmente inutilizzata e lo spaccio alimentare, utile per alcuni generi e per l’igiene personale, è inspiegabilmente chiuso. C’è, evidentemente ha concluso Apprendi un cambio di rotta all’Ucciardone. Mi auguro si tratti di una fase transitoria”.

Le cose non vanno meglio al carcere Pagliarelli dove, a distanza di un anno dal suicidio di un giovane detenuto, la direttrice dell’istituto penitenziario,
Francesca Vazzana, e lo psichiatra Rosario Siracusa sono stati iscritti nel registro degli indagati.
I fatti risalgono al novembre 2018. Tutto è partito dalla protesta della madre e della sorella del ventinovenne, che hanno sempre contestato la mancanza di misure di vigilanza appropriate per un soggetto che soffriva già di gravi disturbi psichiatrici.
Secondo il sostituto procuratore, nei confronti del ventinovenne non fu disposta la sorveglianza a vista 24 ore su 24 come prescritto dai medici che lo avevano in cura.
I radicali insieme alle associazioni che si occupano di diritti dei detenuti chiedono maggiore attenzione da parte delle istituzioni soprattutto da quelle che dovrebbero occuparsi di monitorare le emergenze come ad esempio l’Ufficio del Garante dei diritti dei detenuti siciliani finora non pervenuto.

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