Porto di Giardini Naxos: l’opera di Bucchi per l’integrazione

Giardini Naxos: l’opera di Bucchi sotto il segno dell’integrazione

Giardini Naxos (Me). L’integrazione e la fratellanza tra i popoli costituiscono il tema centrale dell’opera Monumentale di Arte Pubblica che l’artista romano Danilo Bucchi ha recentemente realizzato nell’ambito della nona edizione di Emergence, il Festival Internazionale di Arte Urbana che, patrocinato dal Comune di Giardini Naxos e curato da Giuseppe Stagnitta, quest’anno ha puntato la sua attenzione sulla riqualificazione del porto di Giardini Naxos, che da eco mostro si è elevato a vera e propria opera d’arte.
Il Festival, nato nel 2012 su progetto dell’Associazione Culturale Emergence, ha, infatti, lo scopo, non solo di promuovere l’arte e di renderne la fruizione accessibile a tutti, facendo diventare la rinomata cittadina un museo a cielo aperto, ma di preservare, attraverso imponenti opere di riqualificazione urbana, zone del paese altrimenti destinate alla generale indifferenza e al degrado.

L’opera monumentale di Danilo Bucchi, dal titolo “Per vivere si muore”, si estende su tutta la parete del porto di Giardini Naxos, lunga circa 270 metri e alta 10 metri, e si configura come una riflessione pittorica sul tanto discusso fenomeno dell’immigrazione, argutamente concepito non come un problema, ma come una necessità dell’uomo, che, in quanto bipede, è inevitabilmente e naturalmente spinto verso la mobilità alla ricerca di mondi migliori.
L’artista ha interagito con l’opera già esistente eseguita da Boris Hoppek nel 2017 durante il G7 di Taormina, il cosiddetto “Negritos”, che, raffigurante un uomo di colore in mare, è un chiaro atto di protesta contro la drammatica situazione degli immigrati clandestini del continente africano. L’intento di Bucchi è stato quello di creare un racconto narrativo attraverso una serie di personaggi, che, rappresentativi del suo personale linguaggio segnico, sono colti nel tentativo di salvare questo individuo/icona che sta annegando in mare aperto.

La struttura, pur mantenendo la sua originaria funzione, ha, quindi, letteralmente cambiato volto, divenendo un autentico Monumento del XXI secolo, un simbolo di apertura da parte della cittadina turistica siciliana nei confronti dei popoli del mediterraneo e dell’intero mondo.
L’opera, come ha sottolineato Giuseppe Stagnitta, non vuole essere, infatti, soltanto “un intervento di puro decoro e riqualificazione dell’eco mostro”, ma un forte segnale rivolto alla popolazione internazionale affinché non si dimentichi delle drammatiche vicissitudini di queste persone che si spostano evidentemente per necessità e che, spesso, pur di salvare la propria vita rischiano paradossalmente di perderla in mare.

“Credo che il titolo ‘Per vivere si muore’ racconti l’opera – ha affermato, inoltre, Danilo Bucchi – nella sua natura più intima.
È un lavoro che dedico al coraggio, alla fratellanza e all’importanza della vita”.
I lavori sono stati realizzati grazie all’impegno del Sindaco del Comune di Giardini Naxos, Nello Lo Turco, e del vicesindaco Carmelo Giardina con il supporto della Guardia Costiera e di tutti i cittadini del centro jonico.
Alla realizzazione dell’opera hanno contribuito anche alcuni allievi dell’Accademia di Belle Arti di Catania con cui l’Associazione Culturale Emergence ha firmato un protocollo di intesa.

Coordinati dal direttore Vincenzo Tromba e dalla professoressa Daniela Costa, hanno preso parte ai lavori Marco Stella, Enrico Liuzzo, Felice Agozzino e Mirko D’Antoni.
I colori sono stati forniti dal Centro Colori Store di Catania.

Genny Ferro

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