Ddl rifiuti, governo più volte Ko, Musumeci su tutte le furie
Palermo. Tutto rinviato a martedì prossimo. La riforma sui rifiuti sarebbe dovuta essere esaminata oggi ma ancora una volta le bagarre in aula non hanno permesso una discussione costruttiva del testo e dei suoi oltre 700 emendamenti.
A Sala d’Ercole è iniziato nel peggiore dei modi il viaggio del ddl rifiuti.
I deputati sono stati chiamati a votare i primi articoli del disegno di legge targato Pierobon-Musumeci dopo che ieri si è svolta una prima guerra di posizione fra maggioranza e opposizione. Una guerra che è continuata con la conseguenza del voto segreto che ha mandato ko il governo diverse volte.
Un ddl senza speranze la cui discussione è stata rinviata a martedì prossimo.
Il dibattito in aula, dai toni molto agitati, ha evidenziato ancora una volta come il governo non ha una maggioranza che permette di andare avanti.
Il presidente Musumeci è andato su tutte le furie puntando il dito contro tutti i deputati che ancora una volta hanno affossato un ddl importante per la Sicilia. In questo quadro è difficile che i lavori possano andare avanti.
“Il ddl rifiuti non ha capo né coda”, attaccano i deputati del M5s.
Per il deputato Claudio Fava il ddl non risolve il problema della pulizia delle strade ma è soltanto un testo che delinea l’assetto organizzativo di un sistema che difficilmente potrà funzionare senza un piano rifiuti che attendiamo da due anni”.
Il ddl è approdato in aula fra le polemiche. Il Partito democratico, nel promettere battaglia, ha definito la proposta governativa “gattopardesca, perchè non risolve i problemi del settore”. Anche il Movimento cinque stelle ha criticato il governo per la mancanza di un confronto che Musumeci aveva pure proposto durante il dibattito della scorsa settimana e perché ritengono che il “disegno di legge che non produrrà alcun risultato positivo per la Sicilia”.
Il testo della riforma interviene con la previsione di nove centri decisionali, le Ada (Autorità d’ambito). Ogni ‘Ada’ avrà competenza su un territorio provinciale. Alla base del testo il principio secondo cui i rifiuti prodotti all’interno di una provincia devono essere consumati all’interno della stessa. L’Ada stessa selezionerà le aree dove far nascere gli impianti. Queste autorità saranno enti pubblici sottoposti al controllo della Regione, saranno guidate da un manager e avranno alla base l’assemblea dei sindaci.
Il capitolo più delicato è quello che riguarda il personale dell’attuale sistema dei rifiuti. Dopo nove anni dall’ultima riforma ci sono realtà in cui la normativa vigente non è ancora stata applicata. La situazione è così molto frastagliata. Ci sono gli ‘Aro’, Ambiti di raccolta comunale, di grandezza comunale o di grandezza pari alle unioni dei comuni; ci sono le ‘Srr’, Società di regolamentazione del servizio dei rifiuti che in alcuni casi hanno fatto delle gare ed hanno affidato ai privati la gestione del servizio, e sono ancora attive le vecchie società e consorzi d’ambito, gli ‘Ato’. Così c’è personale alle dipendenze del privato e c’è personale alle dipendenze del pubblico. La riforma fissa l’obiettivo di mantenere la piena occupazione dei lavoratori facendo conservare a ciascuno la sua mansione.
Il personale sarà diviso fra amministrativi e operativi. Questi ultimi saranno assunti dai soggetti gestori del servizio, chi materialmente raccoglierà e tratterà i rifiuti: o dalla società in house dell’Ada, o società miste o ancora società del tutto private selezionate con una gara d’appalto. Per gli Amministrativi la procedura sarà diversa. Chi in passato è transitato dai Comuni agli Ato, e dunque aveva già superato una selezione pubblica, entrerà direttamente nelle Ada e invece coloro che non avevano mai fatto un concorso dovranno superare una selezione pubblica. Questa sarà per titoli ed esami: il bando dovrà valorizzare l’esperienza lavorativa acquisita nel settore dei rifiuti. Una parte di questo personale potrà però andare anche dentro gli organici dei soggetti gestori. Insomma, la partita è quanto mai delicata e la strada all’Ars sembra tutta in salita.