Fridays for future: la lenta e dura svolta ecologica

Fridays for future: la lenta e dura svolta ecologica

Palermo. Migliaia di studenti in piazza per salvare il pianeta.
Bella gioventù: fatta di spensieratezza, di semplicità e di progetti e idee costruttive a salvaguardia della terra.
Manifestare contro un sistema sbagliato, contro le multinazionali, contro i palazzi del potere è stata sempre una prerogativa delle nuove generazioni intente a cambiare in meglio questo mondo infettato dal denaro, dagli affari e dall’irrefrenabile distruzione a cui si avvia.
I fattori che determinano il cambiamento climatico, sono però così vasti ed enormi, che servirebbe un’azione politica globale contro l’inquinamento.
Giusto sensibilizzare le organizzazioni mondiali a ridurre l’emissione di gas serra,spingere i potenti della terra ad attuare politiche ambientaliste evitando di spargere veleni nelle coltivazioni, evitare gli allevamenti industriali e altre infinite azioni per frenare la catastrofe.
La vera rivoluzione però, parte dalla vita quotidiana di tutti giorni: raccolta differenziata, evitare di prendere l’auto, rispettare l’ambiente a partire dai giardini o marciapiedi sotto casa, agli alberi,i luoghi comuni che spesso dimentichiamo.
A poco servono i cortei affollati di destra e di sinistra affinchè si salvi un pianeta ridotto a pezzi dall’indifferenza degli uomini che lo abitano.

Il vero problema di questo pianeta è dato dagli esseri umani che lo abitano, da quelli che hanno bisogno di leader carismatici per smuovere le coscienze e affollare le piazze, da quelli che in questi giorni cavalcano comodamente l’onda mediatica generata dalla piccola e brava Greta Thunberg e dai tanti politici e potenti che fanno finta di non vedere o sentire la lenta morte della nostra Terra.
Dall’Osservatorio ONU si rileva che la crisi climatica produrrà 120 milioni di nuovi poveri entro il 2030.
La Sicilia vanta contemporaneamente tantissime aree con alti tassi di inquinamento nonchè i più alti tassi di disoccupazione giovanile in Europa.
Il modello di sviluppo proposto delle grandi potenze non è sostenibile e va fermato, cambiato.

La risposta a tutto questo deve necessariamente arrivare dalle comunità, da chi i territori li abita e li ama.
Un amore che però deve tradursi in azioni concrete.
Il Fridays for future deve svolgersi tutti i giorni e tutte quelle volte che dimentichiamo il pianeta.
Il resto sono colori, slogan e milioni di ragazzi in tutto il mondo che scendono in piazza seguendo, bene o male, una strategia che fortunatamente affronta il problema dei cambiamenti climatici.
Serve una svolta ecologica proposta dai tanti scienziati che non vengono mai ascoltati.
I progressi in atto contro i cambiamenti climatici sono troppo lenti come lenta sarà la ripresa. Quindi non bisogna stancarsi, ma saper attendere senza mai smettere di fare del nostro meglio tutti i giorni, provando con sacrificio a cambiare le nostre “sporche abitudini”.

“Ho smesso di usare l’aereo, ho smesso di mangiare carne e latticini e ho smesso di usare e comprare cose nuove. Dobbiamo comprendere l’emergenza della situazione, renderci conto che i nostri leader politici non sono riusciti a tutelarci, che dobbiamo far sentire la nostra voce, e dobbiamo far pressione su chi è al potere e dire loro che non permetteremo che tutto ciò prosegua. Dobbiamo arrabbiarci e trasformare quella rabbia in azione”. (Greta Thunberg)

“L’uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile.
Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando”.
(Hubert Reeves)

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