Sindacati autonomi e di base uniti per la stabilizzazione dei forestali
Palermo. Il governo regionale è a lavoro per riformare il comparto dei lavoratori forestali.
Un impresa fallita dai precedenti governi e che il presidente della Ragione Siciliana Nello Musumeci ha promesso di risolvere entro la fine dell’anno.
I sindacati si preparano al confronto presentando proposte concrete per l’estensione delle competenze dei forestali, che potrebbero far fronte alle emergenze in Sicilia legate al dissesto idrogeologico e alla manutenzione dei boschi continuamente a rischio incendi.
Ieri per la prima volta i 5 sindacati autonomi e di base, riuniti a Palermo, hanno presentato la riforma del comparto forestale siciliano.
Riforma elaborata dalle cinque organizzazioni sindacali perché venga inserita nel più ampio disegno di legge sul tema della regione Sicilia e votata soprattutto alla salvaguardia del patrimonio boschivo.
Le organizzazioni sindacali Saf Fna, Mab Sicilia, Sinalp, Codires e Sifus confali hanno costruito ed elaborato una proposta unitaria imperniata sull’ampliamento delle competenze e sulla conseguente capacità di attingimento di risorse da nuovi canali di finanziamento.
Tra le proposte avanzate quella di salvaguardare e rendere fruibile il patrimonio boschivo e forestale nonché di mettere in sicurezza il territorio siciliano attraverso l’utilizzo a tempo indeterminato dei 20 mila lavoratori forestali.
Per i sindacati ci sarebbero le condizioni tecniche ed economiche per stabilizzare tutti i forestali siciliani utili alla salvaguardia del territorio siciliano.
Per Maurizio Grosso, segretario generale del Sifus “ci sarebbero tutte le condizioni per realizzare tale riforma nella speranza che il governo Musumeci ascolti le richieste di chi da anni ha creduto in una tale operazione, che sia in termini economici e che di sicurezza, farebbe risollevare il comparto facendo addirittura risparmiare risorse economiche alla Regione”.
Per la prima volta, oltre ai sindacati autonomi, anche Cgl Cisl e Uil credono nella stabilizzazione.
Sarà adesso il governo e la politica siciliana a decidere se i lavoratori forestali, negli anni vittime di precariato, sprechi e clientelismo, possano davvero rimettere in piedi il tanto devastato territorio siciliano.