Santa Margherita di Belìce (Ag). Scorre il tempo ma tutto rimane ancora fermo.Era il 15 gennaio del 1968 quando la Valle del Belìce si sveglio nel terrore e nella distruzione.
Nessun finanziamento anche quest’anno arriva dallo Stato mentre la gente continua ad abitare in un quartiere senza strade e fognature.
Cinquantuno anni fa il terremoto e ancora la ricostruzione deve essere completata.
Sembrerebbe quasi anacronistico parlare ancora di Belìce,degli scandali del passato, del “Sacco del Belìce” ma conti alla mano , malgrado le politiche sbagliate di un territorio massacrato dal cemento e da un quasi inesistente recupero del passato e dei vecchi centri storici, a Santa Margherita di Belìce la ricostruzione risulta ancora incompleta.
Non è un fatto legato a sprechi economici o a ruberie . Ma soltanto a finanziamenti dello Stato che ancora tardano ad arrivare e che nel tempo sono risultati minori rispetto ad altre tragedie sismiche avvenute nel Paese.
Per scuotere le coscienze e far sentire la sua voce il Consiglio comunale e l’Amministrazione guidata da Franco Valenti si è spostata oggi a Roma per protestare e celebrare una seduta aperta a piazza Montecitorio.
Ad un anno della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del 50° Anniversario, quando lo stesso presidente aveva invitato il coordinamento dei sindaci ad andare a Roma per proporre soluzioni, ancora nulla di fatto.
“È trascorso un altro lungo anno e niente è cambiato – scrive Valenti – Il Belìce continua ad essere dimenticato. E’ giunta l’ora di lottare con forza e tenacia per vedere riconosciuti i diritti negati”.
Anche il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha voluto mandare il proprio messaggio di solidarietà al sindaco Valenti: “la Regione Siciliana è al fianco dei cittadini di Santa Margherita di Belìce. Al sindaco del Comune agrigentino Franco Valenti e a tutto il Consiglio comunale – scrive in una nota il governatore Nello Musumeci – va la vicinanza del mio governo, con l’impegno a fare, nell’ambito delle nostre competenze, tutto ciò che sarà possibile a difesa delle loro legittime aspettative in una battaglia di civiltà e giustizia sociale”.
Tutti a Roma dunque per chiedere la parola fine ad una ricostruzione infinita.
Per il presidente del Consiglio Comunale di Santa Margherita di Belìce Francesco Ciaccio si tratta di un’inizativa di protesta “a cui ha aderito all’unanimità l’intero consesso cittadino che a proprie spese ha raggiunto la Capitale per esprimere la propria delusione nei confronti di uno Stato che continua a girare le spalle al Belìce”.