Disabili siciliani, sbloccati fino a dicembre i fondi per l’assegno di cura

Disabili siciliani, sbloccati fino a dicembre i fondi per l’assegno di cura

Palermo. Si sbloccano i fondi per finanziare gli assegni di cura ai disabili gravissimi sino a fine anno. È quanto assicura il presidente della Regione, Nello Musumeci, dopo la protesta dei disabili scoppiata dopo la notizia di un possibile taglio di 20 milioni al Fondo per le disabilità.
“Non ci sarà alcun prelievo di venti milioni di euro – si legge in una nota diramata dalla Presidenza della Regione Siciliana – che, anzi, ha visto impegnati i residui 46 milioni per assicurare la copertura di tutti gli assegni di cura fino al 31 dicembre 2018″.
In più – fa sapere Musumeci- arrivano i tanto attesi fondi per pagare gli assegni di cura fino a dicembre 2018. “In sede di valutazione tecnica, gli uffici della Ragioneria generale della Regione, unitamente al dipartimento competente, avevano ritenuto che le somme stanziate per il 2018 fossero sovrabbondanti rispetto al fabbisogno e che potessero andare in economia, perdendo risorse. Al termine della Giunta di governo di ieri, un più attento esame dei capitoli ha invece consentito di proporre la copertura della manovra di assestamento, con altre risorse che certamente non potranno essere utilizzate nell’anno in corso”.
“Evidentemente gridare serve – hanno commentato dal comitato Siamo handicappati No cretini – Dopo che erano stati scoperti e anche bocciati in commissione, la Presidenza fa marcia indietro e trova i soldi altrove. La cosa che ci appare singolare è che la Ragioneria ritiene che i soldi fossero sovrabbondanti, ma la politica sa, o dovrebbe sapere, che tali fondi non solo sono insufficienti, ma nemmeno spesi per gravi inadempienze”.
“Signor Presidente ed Assessori, vi ringraziamo per avere fatto marcia indietro – concludono in una nota dal comitato – Adesso vi chiediamo subito di impegnare questi soldi e i fondi Fse che si sommano per la disabilità grave. È il momento di agire e dimostrare che è stata solo colpa di una manina alla ragioneria e non una scelta politica”.

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