Assunzione 400 stagisti alla Regione Siciliana: contrari i sindacati

Assunzione 400 stagisti alla Regione Siciliana: contrari i sindacati

Palermo. La Regione Siciliana apre le porte a 400 laureati che avranno la possibilità di lavorare per 18 mesi come stagisti e i sindacati alzano le barricate contro un bando che “oltre a penalizzare i lavoratori già esistenti aggiunge altro precariato negli uffici regionali”.
La Cgil Sicilia e la Fp Cgil siciliane chiedono “l’immediata revoca del bando per l’assunzione per 18 mesi di 400 tirocinanti retribuiti presso gli uffici della Regione Sicilia. “E’ impensabile – scrivono in una nota Mimma Argurio (Cgil) e Clara Crocè (Fp)– che si crei un altro bacino di precariato all’interno della Regione Sicilia ancorché mascherato come tirocinio formativo, quando già esistono centinaia di precari e mentre tutte le altre regioni d’Italia hanno aperto ai concorsi nella pubblica amministrazione”.

Se da un lato per molti laureati questo bando servirà a mettere un piede all’interno dei palazzi regionali dall’altro riaccende le polemiche sui vecchi precari ancora da stabilizzare.
Gli stagisti lavoreranno grazie a borse di studio finanziate per 18 mesi della Regione.
I dettagli del piano verranno concordati dall’assessore all’Istruzione, Roberto Lagalla, con i tre rettori in un incontro già fissato per giovedì.
Gli stagisti guadagneranno fra i 12 e i 20 mila euro annui. Ma i sindacati hanno chiesto un incontro urgente al governo “per evitare il riacutizzarsi di una lotta sindacale a 360 gradi, forse senza precedenti”.
Per la Cgil gli stagisti “faranno il loro ingresso per 18 mesi e poi certamente saranno prorogati più volte per un copione già conosciuto”.
Cgil e Fp chiedono di “dare corso all’immediata stabilizzazione dei quasi 600 precari della Regione Sicilia, di procedere alla ricollocazione del personale in A e B e alla valorizzazione delle figure professionali che da oltre 10 anni la chiedono. Di aprire inoltre ai concorsi esterni in base ai profili professionali assenti nell’organico della Regione secondo il piano del fabbisogno triennale, come previsto dal decreto Madia”.

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