Dichiaro di appartenere alla massoneria: ecco il ddl che divide l’Ars

Dichiaro di appartenere alla massoneria: il ddl che divide l’Ars

Palermo. Sono approdati all’Ars quattro disegni di legge tra cui quello, che sta facendo più discutere, relativo alla dichiarazione di affiliazione alla massoneria. La prossima seduta si terrà martedì 2 ottobre alle 16.
Una norma che sta accendendo il dibattito e le polemiche.
Per Claudio Fava, autore della proposta di legge che prevede l’obbligo dichiarativo da parte dei parlamentari regionali di comunicare l’eventuale appartenenza a logge massoniche, non ci sono molti dubbi. La legge da lui proposta, con o senza sanzioni, è l’unica soluzione per alimentare un “obbligo di trasparenza” senza affidarlo a fattori discrezionali.
“Trovo che il ddl che obbliga i parlamentari a dichiarare l’eventuale appartenenza a logge massoniche, piuttosto che affermare i principi di trasparenza, possa invece alimentare la cultura del sospetto nei confronti proprio della massoneria che, lungi dall’essere una società segreta, esprime al contrario l’impegno etico degli iscritti a essere costruttori di una società migliore. Voterò contro questo ddl perché la massoneria è un’organizzazione assolutamente legale e i registri degli appartenenti sono conosciuti alle Prefetture” ha detto Eleonora Lo Curto, capogruppo dell’Udc, per la quale «l’obbligo di riservatezza e obbedienza richiesto agli iscritti non può mai violare le leggi e la Costituzione. Per questa ragione le argomentazioni rese dall’onorevole Fava non trovano alcun fondamento”.

Per l’altro deputato regionale dell’Udc Vincenzo Figuccia “il ddl proposto da Fava appare persino bizzarro quando stabilisce che debba essere la Presidenza dell’Ars a sanzionare i deputati che non dichiarassero l’appartenenza alla massoneria”.
Anche Diventerà Bellissima si è detta contraria: “Abbiamo appena consegnato alla segreteria generale dell’Ars una dichiarazione scritta in cui certifichiamo di non appartenere ad alcuna loggia massonica” ha detto il capogruppo all’Ars, Alessandro Aricò, che è intervenuto in aula durante la discussione del disegno di legge. “Noi – ha aggiunto – siamo per l’assoluta trasparenza e per questo abbiamo fornito sin da ora questa dichiarazione. Tuttavia, riteniamo che l’obbligo debba essere introdotto anche per i vertici della burocrazia di Regione, Società partecipate, Ars e Comuni oltre che al momento delle candidature, altrimenti rischia di essere un semplice provvedimento demagogico”.

Gli onorevoli hanno sollevato opinioni discordanti pur nello spirito di un’approvazione della legge tanto che Claudio Fava che della proposta è relatore ha ammonito: “Questo disegno di legge non diventi una parodia e piuttosto che proporre obblighi dichiarativi ulteriori si dica chiaramente ‘questa legge non la voto'”.
Anche in questo caso, così, è slittato l’approvazione della legge e il termine per presentare gli emendamenti.

Partecipa alla discussione