Palermo Pride: una città in festa per difendere i diritti di tutti
Palermo. Archiviata la nona edizione del Gay Pride, quest’anno dedicata alla difesa di tutti i diritti. L’affollatissima parata di sabato per le vie del centro ha dimostrato come i cittadini palermitani, e quelli accorsi da ogni parte della Sicilia, abbiano a cuore una parola di questi tempi messa a repentaglio da parte della società, forse troppo impegnata a difendere i propri confini non guardando oltre. Stiamo parlando della parola “Libertà”. Libertà di amare, di esprimersi, di confrontarsi.
Mai come quest’anno il Pride è stato così politicizzato.
C’erano tutti: da Sinistra Comune ai Coraggiosi, da Cento passi al Movimento 5 Stelle – un pò imbarazzati dall’alleanza con il governo gialloverde.
E poi Potere al Popolo, Liberi e uguali e il Partito democratico. Anche il comitato Esistono i diritti, in passato polemico sui “Gay Pride automatici e rituali” si è presentato per manifestare “contro l’attuale politica illiberale del governo populista e sovranista che attenta a diritti civili già acquisiti”.
Una risposta corale per confermare che la battaglia per i diritti continua. Per i diritti di tutti: dalle persone Lgbt ai migranti che quest’anno sono al centro del corteo del Pride.
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Assente la rappresentanza del governo Regionale: di certo non sono più i tempi del presidente Crocetta, sempre in prima linea in queste manifestazioni, ma almeno l’assessore regionale alle Politiche sociali del governo Musumeci poteva essere presente. In cambio oltre 40 mila persone hanno sfilato per le vie del centro ballando a ritmo di musica per un pomeriggio di festa e di colori.
Madrine d’eccezione, la fotografa Letizia Battaglia e l’attivista, autrice e presidente del Movimento identità transessuale Porpora Marcasciano,in testa al corteo seguite dal primo carro del Coordinamento Palermo Pride.
Dietro,le magliette rosse del Forum Antirazzista e gli altri carri, tra cui l’Exit, Famiglie Arcobaleno, Assemblea contro la violenza sulle donne, Udu-Rete studenti medi, Animalisti e Taverna Azzurra.
All’apertura del corteo – iniziato in ritardo causa pioggia – il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha parlato di epoca pre-fascista , riferendosi a certe azioni del governo Conte. La stessa cosa non ha potuto fare un’attivista Slai – Cobas che, impegnata a distribuire volantini contro il ministro degli Interni Salvini, è stata subito bloccata dalla Digos. Portata in questura è stata poi subito rilasciata.
Palermo si conferma anche città del Pride, che giunto alla sua nona edizione,continua la sua strada per la salvaguardia dei diritti di tutti.