Una massoneria che comanda più della mafia
Castelvetrano (Tp). Dopo le parole del commissario del comune di Castelvetrano Salvatore Caccamo, che da Uno mattina su Rai 1 evidenziava la mancata collaborazione dei cittadini castelvetranesi,in tanti si sono ribellati scatenando la manifestazione “Sono Castelvetranese non sono mafioso” che ha visto scendere in piazza numerose rappresentanze della società civile e religiosa, ma anche qualche politico intento forse a cavalcare l’onda mediatica per mettersi in mostra.
Da un lato, una manifestazione che fa piacere vedere in una cittadina da sempre descritta come la città del super latitante Matteo Messina Denaro, dall’altro un pò di amarezza per chi chi ha voluto puntare il dito contro una gestione commissariale che, efficiente o meno, rappresenta la presenza dello Stato in sostituzione ad uno scioglimento del governo cittadino per mafia.
Un commissario di certo non è un politico: si attiene ai regolamenti e alla ordinaria amministrazione che proprio a Castelvetrano fa acqua da tutte le parti. Dissesti finanziari, problemi idrici e gestione dei rifiuti non alleviano le speranze dei cittadini. A questo si aggiunge una campagna difficile e mai realizzata contro l’abusivismo edilizio di Triscina – nota località balneare della città da tempo assediata da numerosissime case abusive a ridosso del mare. Una cosa è certa a Castelvetrano deve presto tornare la politica e un sindaco eletto dal popolo.
Una patata bollente vista la presenza di esponenti politici non certo con le mani pulite e vista, come evidenziato dalla Commissione Antimafia regionale presieduta da Caudio Fava, “la presenza di logge Massoniche che interferiscono in maniera lecita e illecita sul futuro della città”.
Un massoneria più influente e minacciosa della mafia?
Da queste parti la massoneria ha avuto sempre un posto privilegiato e certe logge deviate hanno gestito il malaffare a braccio con Cosa Nostra.
Il presidente Claudio Fava ha parlato anche di “interferenze nelle indagini dei magistrati per via della massoneria”.
“La presenza della massoneria in questa provincia – ha rilevato Fava – continua ad avere come ha avuto in passato, dalla loggia Iside 2 in poi, una funzione di raccordo forte, una sorta di camera di compensazione all’interno della quale continuano a incontrarsi, sovrapporsi, darsi man forte interessi legali e illegali che arrivano da diversi enti. Emblematico – ha proseguito il deputato regionale – il fatto che quasi tutti gli indagati per reati contro la pubblica amministrazione aderiscano alla massoneria. Un dato che deve far riflettere. Anche nel provvedimento di scioglimento del Comune di Castelvetrano sono citati molti massoni”.
L’augurio e che i castelvetranesi, al momento del voto, sappiano scegliere una futura classe dirigente lontana da certe logiche che continuano a degradare una città ricca di cultura e bellezza.