L’immobilismo della Regione Siciliana
Palermo. Che il governo Musumeci non avesse una maggioranza solida lo si sapeva fin dal primo giorno di insediamento. Numeri ballerini che di certo all’Ars negli ultimi anni non sono mai stati sicuri e in maggioranza dalla parte dei governatori che si sono susseguiti. Tutto ciò si evidenzia dalle tante leggi e riforme rimaste al palo. Cosa può fare un presidente della Regione da appena otto mesi eletto? Come può avviare quella Stagione delle riforme tanto decantata in campagna elettorale? Di certo non attraverso i social: luoghi in cui tutti diventano opinionisti e a volte tristemente minacciosi.
Oltre alle volgarità scritte dalle solite “bestie da tastiera” tra i commenti al video pubblicato giorni fa dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci c’erano numerosi appelli di coloro che attendono ancora risposte: gli ex sportellisti della formazione, gli otto mila operatori ancora disoccupati, i forestali non avviati, i cittadini con i rifiuti nelle strade, i disabili gravissimi in attesa dell’assegno di cura e tanti altre e risapute questioni che in Sicilia continuano a rimanere irrisolte.
Intanto la seduta dell’Ars, dopo vari rinvii, è stata fissata per martedì prossimo quando si dovrà affrontare il Collegato alla Finanziaria. Una manovra economica partorita lacrime e sangue con lo scopo di raggiungere una maggioranza che ancora continua a “giocare con il futuro dei siciliani”.
Sembra che la responsabilità di queste sedute a vuoto sia da addebitare proprio a Forza Italia. Gli alleati di Musumeci con assessori in Giunta sono stati ritenuti proprio dal Governatore “i responsabili dello stop alle riforme” . Malintesi? Così come dichiarato dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè? Chissà.
Di fatto tutto è rinviato alla prossima seduta.
I siciliani attendono un passo in avanti anche se per molti bisognerebbe prima recuperare i tanti passi indietro di questi ultimi mesi.
Intanto Nello Musumeci ha approvato con una riunione di Giunta la riforma del sistema dei rifiuti. Nel testo, predisposto dall’assessore Alberto Pierobon, – così come scrive il sito de La Repubblica – è prevista una riduzione degli Ato: gli ambiti ottimali saranno solo nove e coincideranno con le vecchie Province. Metteranno insieme i sindaci del territorio.
A guidarli sarà però un esterno, eletto dagli stessi primi cittadini. Verrà salvato tutto il personale, anche i precari arruolati negli ultimi anni.
Chissà se anche questa sarà una di quelle riforme di cui per anni si attenderà invano un vero cambiamento.