Cinisi. La notte fra l’8 e il 9 maggio del 1978 a Cinisi Peppino Impastato veniva ucciso dalla mafia.
Sullo sfondo un’Italia sconvolta dal ritrovamento del cadavere dell’onorevole della Dc Aldo Moro in via Caetani a Roma, quella stessa mattina.
L’omicidio del giovane attivista di Democrazia Proletaria passò quasi inosservato. Ci vollero 25 anni e la determinazione della madre Felicia Bartolotta e del fratello Giovanni per arrivare a dimostrare la matrice mafiosa del delitto e condannare il mandante, Gaetano Badalamenti, capomafia di Cinisi.
Oggi ricorrono i 40 anni del delitto Impastato. “Siamo riusciti a tenere il ricordo di mio fratello vivo per 40 anni, ma ora questo non basta – dice il fratello Giovanni Impastato – adesso dobbiamo consegnare il passaggio di testimone alle generazioni più giovani, un messaggio educativo e di impegno contro la negazione dei diritti, nel rispetto della dignità umana”.
Dalle ore 10:00 di oggi mercoledì 9 maggio a Cinisi si terrà il Presidio al Casolare dove fu assassinato barbaramente Peppino con Premiazione dei vincitori del Bando Scuole.
Intervento musicale di Antonio Monforte.
Ore 16:00 Corteo.
Percorso: da Radio Aut (Terrasini) a Casa Memoria Felicia e Peppino impastato (Cinisi), dove si svolgeranno gli interventi conclusivi ed un collegamento con la famiglia Regeni e l’avvocato Alessandra Ballerini.
A chiudere infatti il 40mo annivesario dell’assassinio mafioso di Peppino, sarà un collegamento in diretta con i genitori di Giluio Regeni e con il loro legale, l’avvocato Alessandra Ballerini
La mamma e il papà di Giulio continuano a chiedere con resilienza e dignità giustizia e verità sulla morte del loro figlio.
“A quaranta anni dalla morte per mano mafiosa, Peppino Impastato resta un modello di impegno contro la mafia. Impegno politico, impegno culturale, impegno sociale, impegno nelle istituzioni.
A quaranta anni da quella morte, la sua vicenda e i tanti gravi depistaggi subiti dall’inchiesta giudiziaria restano un simbolo di come la mafia abbia assunto in passato il volto dello Stato e lo Stato il volto della mafia.
Oggi, grazie all’impegno di tanti tanto sul fronte dell’impegno civile quanto sul fronte dell’impegno giudiziario, quello sembra un passato lontano, ma sappiamo che la mafia non è vinta e che non è possibile abbassare la guardia, anche nel nome di Peppino e di Felicia Impastato”.
Lo ha dichiarato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando in occasione del quarantennale della morte del militante di Democrazia Proletaria, ucciso su ordine di Gaetano Badalamenti.