Al Teatro Biondo in scena White Rabbit Red Rabbit

Torna al Teatro Biondo di Palermo White Rabbit Red Rabbit

Anche Vincenzo Pirrotta accetta la sfida di interpretare un testo che conoscerà solo al momento di andare in scena.

Dopo il grande successo ottenuto da Davide Enia ed Emma Dante, anche Vincenzo Pirrotta accetta la sfida di interpretare White Rabbit Red Rabbit (Coniglio bianco, coniglio rosso) di Nassim Soleimanpour, il misterioso testo che l’attore conoscerà solo al momento di andare in scena. Un vero e proprio esperimento sociale in forma di spettacolo, prodotto da 369gradi, nel quale interprete e pubblico sono complici di un’esperienza ignota, che entrambi scopriranno man mano che l’autore “detterà” le regole del gioco. L’appuntamento è per domenica 8 aprile, alle ore 21.00, nella Sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo.

Dal 2011, anno in cui ha debuttato all’Edimburgh Fringe Festival, White Rabbit Red Rabbit è stato rappresentato in tutti i continenti e tradotto in 25 lingue.

Affinché la performance abbia luogo, l’interprete e il pubblico devono rispettare alcune regole: l’attrice o l’attore che interpreterà il testo – un’unica volta, senza regia e senza prove – aprirà la busta sigillata che lo contiene soltanto quando salirà sul palcoscenico, solo in quel momento ne condividerà il contenuto con il pubblico. Una sedia, un tavolo e un leggio sono gli unici orpelli concessi: il “qui e ora” nella sua massima espressione. Inoltre, l’interprete che accetta la sfida non può aver visto prima lo spettacolo, deve arrivare sul palco totalmente ignaro, portando in dote coraggio e leggerezza, intraprendenza, ironia ed intelligenza.

Di White Rabbit Red Rabbit sappiamo solo che è un testo teatrale scritto dall’iraniano Nassim Soleimanpour nel 2010, in un momento in cui non aveva possibilità di comunicare con l’esterno del suo Paese. Non è un testo politico e non deve essere descritto come tale, il suo contenuto è metaforico e distante da ogni orientamento politico.

Tutti i media e i giornalisti che assistono allo spettacolo non possono trascurare il fatto che l’autore sia nato in Iran. La richiesta ai giornalisti che lo vedono è che siano attenti e prudenti nei loro resoconti ed articoli per non causare danni all’autore, che oggi vive a Berlino. La natura del progetto lascia poche tracce e si chiede ai giornalisti di non svelare il contenuto del testo, di non scrivere recensioni, eventualmente di condividere le impressioni dopo l’esperienza vissuta. È un esperimento importante non solo sul fronte artistico, ma anche su quello organizzativo e produttivo.

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